Ciao Trentino!
Come avevo preannunciato ritorno a scrivere oggi dopo la pausa sull'"alpe".
Ecco sono tornato a casa e devo dire che mi fa sempre piacere ritornarci.
Mi chiedo però se tutti oggi sono in grado di poter dire "che bello posso tornare alla mia casa".
Insomma il problema "casa" credo che sia di estrema attualità.
Certo si tratta, al solito, di un problema complesso, di un problemone che meriterebbe lunga trattazione e quindi mi limito solo a qualche spunto di riflessione con l'impegno di riprendere "in tastiera" più avanti l'argomento.
Innanzitutto vorrei dire che non è possibile sostenere che tutti abbiano il diritto acquisito ad avere una casa di proprietà.
Mi spiego meglio: a tutti deve essere garantita la possibilità di accedere ad un'abitazione ma non necessariamente devono essere create le condizioni perchè questa sia in proprietà.
Ancora meglio: anche oggi come ieri (e basta chiederlo ai nostri genitori o nonni) tutti noi siamo chiamati a guardare prima di tutto alle risorse che abbiamo in tasca e in base a quelle prendere le nostre decisioni. Se poi esistono delle facilitazioni, ben vengano ma non dovrebbero essere mai tali da far perdere alla gente il principio appena enunciato.
Non credo che una giovane coppia o un single "debbano" necessariamente partire nel loro percorso di vita con la casa in proprietà.
Se ciò è possibile benissimo, ma però dovrebbe dipendere da loro e non da altri (meno che meno comunque dall' Ente pubblico...): nella situazione attuale è richiesto senso di responsabilità anche in queste scelte. Non si dimentichi che un mutuo "pesante" non ha riflessi solo economici ma soprattutto mina la serenità quotidiana di vita...
Senz'altro poi per l'accesso alla casa debbono essere scritte - e rispettate...- regole chiare che non creino disparità di trattamento. E forse oggi non è così, c'è il rischio che per come sono scritte le norme una famiglia numerosa abbia maggiore difficoltà di accedere alla casa rispetto ad un single.
E ancora penso agli anziani dove la casa diventa in assoluto l'espressione della sicurezza, della tranquillità d'animo pur magari in presenza di pensioni che altro non permettono se non di mangiare, vestirsi e curarsi.
Non va bene l'attuale sistema ICEF. Deve essere profondamente riformato negli indicatori soprattutto per chi con fatica ha messo da parte i risparmi di una vita o per chi assiste anziani o malati gravi con sussidi.
Sono necessarie misure economiche pubbliche che integrino momentaneamente le difficoltà di famiglie e anziani nel versamento dei canoni ( prestiti d'onore?).
E' necessario intervenire in maniera decisa sulla normativa che regola il cd "mondo ITEA": no discriminazioni sui più deboli ma meritocrazia sociale.
E infine non temo di dire che prima di tutto nella politica della casa si deve pensare in via preferenziale alla gente trentina.
A venerdì.
venerdì 8 agosto 2008
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