venerdì 30 maggio 2008

Ciao Trentino!
Ieri è decollato il Festival dell'economia con il tema d'unione "mercato e democrazia".
Certamente è una grande occasione per esportare in Europa e nel mondo l'immagine di un Trentino efficiente e innovativo.
Mi chiedo però se si tratta solo di una grande vetrina oppure c'è una ricaduta sul territorio e sulla nostra gente.
Nel primo caso ovviamente permetterebbe soltanto a qualcuno di farsi "bello" nel secondo potrebbe rivelarsi un'occasione da sfruttare a fondo.
Io credo che si tratti di una grande occasione se poi la nostra politica si impegnerà con costanza a sollecitare e promuovere una vera cultura d'impresa sul territorio intesa come grande apertura alle piccole, medie e grandi imprese capaci di distribuire sul Trentino lavoro, innovazione e ricchezza.
E allora, però, che la Provincia non si sostituisca all'impresa!
Un esempio: la Provincia non deve mettersi a fare l'immobiliarista (vedi Trentino Sviluppo) devastando con prezzi fuori mercato la libera iniziativa che poi si trova "uccisa" da tali munifici interventi!!
Se il territorio richiede un servizio sia favorita l'azienda privata e non sia la Provincia ad intervenire con i propri tentacoli sempre e comunque.
Si preoccupi la Provincia di snellire le procedure, di accompagnare, come una sorta di grande consulente, i piccoli e grandi imprenditori evitando loro di soffocare in un mare di carte e procedure che una volta iniziate non si sa quando finiranno così togliendo energia e entusiasmo all'iniziativa privata.
Dico stop alla burocrazia e all'assistenzialismo fine a se stesso!
Impegnamoci a lavorare perchè le grandi occasioni di respiro mondiale come il Festival siano sì momento forte di ricarica per il "movimento" impresa ma anche punto di partenza per dimostrare che una vera democrazia per la nostra economia vuole l'Ente pubblico relegato a ruolo di partner e non di protagonista assoluto della scena economica!
A venerdì!

venerdì 23 maggio 2008

E vai

Ciao Trentino!
Finalmente Girapoli ha mosso i suoi primi passi ufficiali presentandosi sabato scorso.
Spero sia l'inizio di un lungo cammino con molti amici con cui condividere entusiasmi, speranze, vittorie e, perchè no, anche delusioni o sconfitte nella convinzione che tutto sarà comunque fatto per lasciare il mondo un pò migliore di come lo abbiamo trovato (eh sì, vecchio Baden Powell, eh sì il mondo ti deve proprio tanto....).
Ci sarebbero tante cose da dire, tanti pensieri che vorrei lasciare liberi di raggiungervi ma invece spero di leggervi e leggervi in tanti.
Girapoli ha bisogno di tutti per crescere e diffondere il suo messaggio di servizio alla gente trentina così da far capire con i fatti che non c'è cosa che può renderci più felici che far felice un altro.
Insomma un grande movimento costruito su piccoli fatti quotidiani sconosciuti l'uno all'altro ma inscindibilmente legati dal servizio per gli altri.
Dobbiamo assieme riuscire a far capire alla gente che la politica è un mezzo formidabile di servizio se chi ha ricevuto la fiducia di molti si alimenta e si regge di questa fiducia interpretando il ruolo affidatogli come responsabilità di servizio (coscienza della fiducia in lui riposta e coscienza di essere chiamato a rispondere di tale fiducia).
Uno è un punto, tanti punti formano una figura!
Speranza e fiducia come potenti strumenti per far vincere la verità e la libertà.
Girapoli aspetta persone nuove, libere che amano la loro felicità perchè costruita sulla felicità del prossimo!
Primo fatto: la Fondazione. Segnalate i casi e Girapoli ci sarà!
Grazie per quello che farete.
A venerdì prossimo.
Andrea

venerdì 9 maggio 2008

Lettera aperta sulle motivazioni di un impegno

All’inizio di un cammino, così come della costruzione di un’opera è importante sapere dove si vuole andare e cosa si vuole costruire, ma soprattutto perché. Le ragioni delle cose, le motivazioni delle scelte sono per me la linfa che da poi vita alle cose che faccio e alle scelte che prendo. A monte di una scelta così importante sta quindi una domanda semplice ma molto chiara. Perché l’impegno per la politica? Non sono nato e cresciuto in una famiglia che “masticava” politica così come non sono cresciuto alla “scuola della politica”; ho invece imparato a conoscere, per quanto un libero cittadino sia in grado di farlo, il “fare” politica nelle sue più alte espressioni (il bene comune, la ricerca e la difesa della centralità della persona umana nel suo manifestarsi nella comunità) come nelle sue nefande degenerazioni.

Gli studi umanistici e la mia formazione cattolica hanno contribuito a sviluppare in me un forte senso critico sul significato del termine politica e sulla sua teorica corretta applicazione ed a maturare una profonda convinzione: la politica è servizio, servizio per la gente per ciascuno di noi.


Per questo oggi più che mai per me la politica è possibilità, strumento per realizzare, costruire, diffondere un mondo migliore, una società che non deve dimenticare i suoi valori (laici e di appartenenza) universalmente riconosciuti quali la famiglia, il rispetto della vita in ogni sua forma, la fratellanza, la libertà di pensiero, ecc.


Per questo la convinzione che ho maturato è che la politica sia dovere, nel senso profondo di responsabilità (chiamati a dare risposta a…) verso coloro che ripongono in una persona la loro fiducia; responsabilità che ogni giorno deve far sentire il suo piacevole peso per guidare nelle scelte chi ha ricevuto l’incarico e l’onore di “essere” rappresentante.


Resta sullo sfondo una domanda: …”molto bene tutto ciò, ma la politica non ha forse le sue regole, i suoi compromessi, i suoi “giochi” appannaggio di pochi navigati “professionisti” del settore?”


Sì e no. Stento a credere che noi oggi non abbiamo la capacità di esprimere persone in politica, soprattutto locale, che meritino fiducia proprio perché “forti” per l’avvenuta formazione di un carattere libero e improntato al servizio dell’altro.


Stento a credere che scegliamo una persona solo per interesse più o meno personale o perché “suggerita” da mediocri interessi di cassetta.


Se così fosse, dispiacerebbe constatare che saremmo tutti uniformati verso il basso, appiattiti e ingessati in un acritico “effetto massa”.

Al contrario sono convinto che l’uomo, per sua natura, debba sempre avere il coraggio di mirare verso l’alto (bella è la valle, ma come è splendida e ricca di fascino la cima!).

Ecco allora la convinzione che, salvaguardando l’impegno costruttivo di tante persone che sino ad oggi si sono prodigati per la gestione del bene/i della comunità, noi sappiamo riconoscere e scegliere chi, a sua volta, abbia deciso di spendersi coerentemente per lasciare il mondo un poco migliore di quanto lo abbia trovato.


A questo punto mi nasce un’obiezione scontata: tante parole (forse anche belle…), ma la storia insegna che alla fin fine le logiche della politica travolgono queste persone e queste idee.


Con forza rispondo “No!” Questa è una affermazione connotata da un alto grado di suggestività. Per spiegarmi vorrei usare un’immagine: se nella notte buia si accende un solo lumicino ancorché piccolo piccolo non è forse vero che è grande la sua forza di speranza? Possiamo accorgerci che la notte è buia e fonda proprio e solo in virtù di quel lumicino acceso e per la speranza che porta in sé sono convinto che tutti noi cerchiamo e vogliamo quel lumicino. Ebbene l’importante è che nessuno mai riesca a spegnere quel lumicino.


Tutti noi siamo al mondo per aspirare alle cose più grandi e io reputo la vostra fiducia la spinta in assoluto più forte per realizzare la felicità di ciascuno.


La politica? Uno strumento formidabile in questo senso.


L’uomo nuovo in politica? Una formidabile garanzia di rispetto della fiducia della sua gente!

  1. Perché in politica: una scelta in pillole.

  • Sono libero e autonomo: non necessito della politica per vivere o “sentirmi qualcuno”.
  • Mi piace costruire e non distruggere.
  • Sono e sarò sempre Rover scout il cui motto è “Servire!”.
  • Sono cattolico e da cattolico ogni uomo è mio fratello e per mio fratello devo sempre ottenere il massimo.
  • Posso restituire con il moltiplicatore quanto ho ricevuto dalla mia terra.

  1. Principi fondanti (punti maestri di una scelta).

  • meritare fiducia – trasparenza d’azione;
  • lealtà – coerenza d’azione;
  • la persona (in particolare il bambino) sempre al centro dell’azione;
  • essere strumento d’azione per chi vuole darmi fiducia;
  • dialogo con e per tutti – lavoro per una terra;
  • sorriso e non litania del lamento – per la felicità degli altri;
  • precedenza e attenzione al più debole;
  • il coraggio della verità – della libertà;
  • orgoglio di appartenenza (alla gente trentina).
  • Vedere opportunità e non problemi
  1. Autonomista perché (collocazione di una scelta):

  • ho avuto la fortuna di crescere e realizzare le mie aspirazioni in un territorio e fra gente unici;
  • i valori della gente trentina, dei nostri padri trentini, costruiti e difesi con sacrificio, operosità e solidarietà meritano di essere perpetuati perché valori universali e fondanti di una società veramente umana;
  • l’autonomia trentina è presa a modello istituzionale per l’equilibrio tra le sue componenti, l’attenzione al particolare, la capacità di vicinanza e servizio che l’ente pubblico deve offrire a ciascuno dei suoi cittadini, l’efficienza della sua gestione e la qualità di vita che riesce a garantire;
  • le comunità periferiche ricche di storia, usi, costumi meritano attenzione e prospettiva futura;
  • la presenza e la cura delle minoranze è un esempio istituzionale e giuridico dell’importanza di valorizzare ciascuno per la storia e le ricchezze di cui è portatore;
  • il territorio trentino in tutte le sue molteplici espressioni (naturali, sociali, agricole, turistiche, economiche, ecc) è un patrimonio inestimabile che deve essere difeso con forza ed è del tutto estraneo a logiche globalizzanti;
  • la consapevolezza di far parte integrante del “patrimonio” trentino è spinta forte ad una visione transfrontaliera ed europea della realizzazione della persona umana;
  • devo essere libero sempre di scegliere chi potrà contribuire concretamente sotto qualsiasi forma ad una difesa e crescita consapevole dello spirito autonomista;
  • voglio garantire un florido futuro ai nostri figli e ai figli dei nostri figli in un ambito attento alla persona e alle sue vere necessità;
  • rifuggo gli estremismi e in genere tutti gli “ismi” che storicamente hanno portato divisione e regresso sia umano che economico.