Ciao Trentino!
I questi giorni ho avuto la fortuna di fermarmi più di una volta ad ascoltare chi ha qualche annetto più di me.
Non nascondo che stare ad ascoltare esperienze di vita passata di chi ha vissuto la nostra terra, spesso condite con massime d'esperienza che non lasciano spazio a replica, mi affascina e mi entusiasma.
E questo anche se, come credo sia capitato frequentemente a tutti, i racconti sono bene o male sempre gli stessi.
Credo fermamente che i nostri vecchi siano una risorsa da tutelare personalmente ed anche economicamente.
Chi ha compiuto gran parte del suo sentiero merita di non sentirsi trattare come zavorra o come problema perenne e per fare ciò basta anche poco (ascoltare, sorridere, aiutare nel piccolo quotidiano, visitare...).
Se oggi i più giovani possono guardare al futuro lo devono a loro ed è con senso di responsabilità che dobbiamo loro riconoscerlo.
Certo dobbiamo incrementare e migliorare i servizi già esistenti e crearne di nuovi ed efficienti (penso a favorire l'accesso alle strutture sanitarie con rapidità senza attese di settimane, penso alle assegnazioni delle abitazioni, ai cd "prestiti d'onore", all'abbattimento del costo energetico, etc) ma a monte ci deve essere un progetto di valorizzazione della persona.
Gli anziani non sono macchine da rottamare in appositi centri, sono Persone con qualità esponenziali utili alla società, ai giovani, a chi amministra e a chi, in generale, riconosce l'esperienza come elemento insostituibile per il progresso di ogni attività e della stessa società!
Personalmente sono convinto che i più giovani dovrebbero vedere negli anziani una sorta di anticipazione del loro futuro e dunque: chi di noi non vorrebbe trovarsi in futuro nella migliore condizione possibile?
Bene allora muoviamoci già oggi per loro affinchè il domani sia migliore anche per noi e si crei così una cultura del rispetto e della solidarietà verso persone che hanno comunque speso, nel bene e nel male, la loro esistenza per lasciarci un mondo un po' migliore di come lo hanno trovato.
A venerdì.
venerdì 29 agosto 2008
venerdì 22 agosto 2008
Ciao Trentino!
Ormai siamo prossimi all'inizio della bagarre elettorale in vista delle elezioni amministrative del 26 ottobre.
Come movimento, Girapoli mi ha chiesto di correre e correre bene cioè secondo i nostri valori e principi.
Quindi vi chiedo come primo portavoce (ne sono onorato - e responsabilizzato - sperando che altri si vogliano impegnare direttamente a breve...) del movimento di sostenere come vorrete ma senz'altro con il voto il progetto.
Scegliete bene, scegliete persone che vi ispirano fiducia perchè possono dire di essere "libere" (non necessitano dei soldi e dei salamelecchi della politica) e che diano garanzia di "fare" perchè già prima hanno dimostrato di aver fatto.
Noi condividiamo tra i nostri obbiettivi quello della politica di servizio, lontana anni luce dall'obbiettivo di una remunerazione personale di qualsiasi tipo possa essere (economica, d'immagine, ecc.).
Credo nella politica dei doveri e della responsabilità: troppo facile "smarcarsi" come cittadini dalla parte amministrativa sull'adagio "è un problema di chi è stato eletto..."; ognuno di noi deve fare politica nel suo piccolo (casa, lavoro, tempo libero) responsabilizzandosi e attuando azioni e comportamenti socialmete costruttivi (penso al rispetto della cosa pubblica, al risparmio energetico, alla corretta gestione della contabilità familiare, alla missione educativa dei figli e dei più giovani, all'accoglienza e valorizzazione degli anziani, ecc.).
Non si può sempre e solo pretendere; solo avere diritti e mai doveri (la colpa se le cose non vanno come devono di solito è sempre di qualcun altro).
Per quanto riguarda il mio impegno se qualcuno mi dimostrerà di aver "fatto" o anche solo aver provato a fare, sarò sempre al suo fianco per costruire assieme e risolvere i problemi.
Non appoggerò mai invece il lamento costante e fine a se stesso!
Girapoli e il sottoscritto vogliono fare politica ( promuovere un modo di fare politica) perchè comunque qualcuno le sedie andrà ad occuparle a ottobre ed allora è meglio che siano occupate da chi sappiamo essere portatore di valori "sani" e, lo ribadirò alla noia, essere libero.
Se poi non ci saranno gli auspicati (da tutte le parti...) segnali di profondo rinnovamento,
pur essendoci progetti validi in tal senso, che nessuno poi si lamenti dei propri"governanti- rappresentanti" perchè "chi è causa del suo mal pianga se stesso"!
A venerdì.
Ormai siamo prossimi all'inizio della bagarre elettorale in vista delle elezioni amministrative del 26 ottobre.
Come movimento, Girapoli mi ha chiesto di correre e correre bene cioè secondo i nostri valori e principi.
Quindi vi chiedo come primo portavoce (ne sono onorato - e responsabilizzato - sperando che altri si vogliano impegnare direttamente a breve...) del movimento di sostenere come vorrete ma senz'altro con il voto il progetto.
Scegliete bene, scegliete persone che vi ispirano fiducia perchè possono dire di essere "libere" (non necessitano dei soldi e dei salamelecchi della politica) e che diano garanzia di "fare" perchè già prima hanno dimostrato di aver fatto.
Noi condividiamo tra i nostri obbiettivi quello della politica di servizio, lontana anni luce dall'obbiettivo di una remunerazione personale di qualsiasi tipo possa essere (economica, d'immagine, ecc.).
Credo nella politica dei doveri e della responsabilità: troppo facile "smarcarsi" come cittadini dalla parte amministrativa sull'adagio "è un problema di chi è stato eletto..."; ognuno di noi deve fare politica nel suo piccolo (casa, lavoro, tempo libero) responsabilizzandosi e attuando azioni e comportamenti socialmete costruttivi (penso al rispetto della cosa pubblica, al risparmio energetico, alla corretta gestione della contabilità familiare, alla missione educativa dei figli e dei più giovani, all'accoglienza e valorizzazione degli anziani, ecc.).
Non si può sempre e solo pretendere; solo avere diritti e mai doveri (la colpa se le cose non vanno come devono di solito è sempre di qualcun altro).
Per quanto riguarda il mio impegno se qualcuno mi dimostrerà di aver "fatto" o anche solo aver provato a fare, sarò sempre al suo fianco per costruire assieme e risolvere i problemi.
Non appoggerò mai invece il lamento costante e fine a se stesso!
Girapoli e il sottoscritto vogliono fare politica ( promuovere un modo di fare politica) perchè comunque qualcuno le sedie andrà ad occuparle a ottobre ed allora è meglio che siano occupate da chi sappiamo essere portatore di valori "sani" e, lo ribadirò alla noia, essere libero.
Se poi non ci saranno gli auspicati (da tutte le parti...) segnali di profondo rinnovamento,
pur essendoci progetti validi in tal senso, che nessuno poi si lamenti dei propri"governanti- rappresentanti" perchè "chi è causa del suo mal pianga se stesso"!
A venerdì.
venerdì 15 agosto 2008
Ciao Trentino!
Ferragosto, festa dell'Assunta e una breve pensiero che trae spunto dall'ennesimo infortunio sul lavoro accaduto ieri.
Penso di essere veramente fortunato ad esercitare una professione che mi piace e, in fondo, era proprio quello che volevo fare.
Penso che ognuno abbia il diritto (costituzionalmente garantito) a poter lavorare ed anche di raggiungere la propria aspettativa lavorativa.
Penso che ogni ambiente di lavoro debba garantire la sicurezza e la possibilità di aspirare a realizzare una giusta e sana ambizione personale che, credo, tutti noi nutriamo seppur a diversi livelli.
Penso che il precariato sia il più potente "insetticida" delle motivazioni lavorative/professionali di un giovane che si affaccia al mondo del lavoro.
Penso che debbano essere favorite tutte òe iniziative volte a favorire il "reingresso" nel mondo del lavoro di chi per età e sventure aziendali si sia trovato d'improvviso al palo.
Dico anche però che il mio lavoro me lo sono sudato, cercato con costanza e grandi sacrifici guadagnando per 10 anni molto meno di un apprendista.
Certo, si dirà, così hai scelto tu!
Vero, in parte (solo ora ne sono pienamente consapevole però).
Allora dico pure che tutti hanno il dovere di sudare e guadagnarsi il proprio spazio lavorativo.
Nessuno può pretendere, e purtroppo o sento dire spesso, che gli venga offerto subito un lavoro a tempo indeterminato e commisurato economicamente e professionalmente agli studi o esperienze lavorative effettuate.
Questo non è un diritto è solo una pretesa presuntuosa di chi, forse, sta già troppo bene e può permettersi di fare i capricci!
Via dai luoghi di lavoro chi fa il furbetto a discapito di colleghi volonterosi per tirare lo stipendio di fine mese!
Anche nel lavoro qualunque esso sia sono convinto che nessuno possa permettersi di "tirare a campare": il lavoro è fatica e attraverso la fatica soddisfazione per aver contribuito a soddisfare un bisogno di altri.
Da noi in Trentino esistono molteplici occasioni, strutture, sussidi che permettono a chi veramente ha voglia di impegnarsi di togliersi delle belle soddisfazioni nel lavoro (anche se sono convinto che sia estremamente necessario non fermarsi ai nostri angusti - lavorativamente parlando- confini geografici).
Chi veramente vuole prima o poi arriva, magari non proprio dove aveva in mente, ma arriva.
Insomma diritto al lavoro "certo" e sicuro, ma nel contempo anche doveri e responsabiltà di ognuno per e nel lavoro.
A venerdì.
Ferragosto, festa dell'Assunta e una breve pensiero che trae spunto dall'ennesimo infortunio sul lavoro accaduto ieri.
Penso di essere veramente fortunato ad esercitare una professione che mi piace e, in fondo, era proprio quello che volevo fare.
Penso che ognuno abbia il diritto (costituzionalmente garantito) a poter lavorare ed anche di raggiungere la propria aspettativa lavorativa.
Penso che ogni ambiente di lavoro debba garantire la sicurezza e la possibilità di aspirare a realizzare una giusta e sana ambizione personale che, credo, tutti noi nutriamo seppur a diversi livelli.
Penso che il precariato sia il più potente "insetticida" delle motivazioni lavorative/professionali di un giovane che si affaccia al mondo del lavoro.
Penso che debbano essere favorite tutte òe iniziative volte a favorire il "reingresso" nel mondo del lavoro di chi per età e sventure aziendali si sia trovato d'improvviso al palo.
Dico anche però che il mio lavoro me lo sono sudato, cercato con costanza e grandi sacrifici guadagnando per 10 anni molto meno di un apprendista.
Certo, si dirà, così hai scelto tu!
Vero, in parte (solo ora ne sono pienamente consapevole però).
Allora dico pure che tutti hanno il dovere di sudare e guadagnarsi il proprio spazio lavorativo.
Nessuno può pretendere, e purtroppo o sento dire spesso, che gli venga offerto subito un lavoro a tempo indeterminato e commisurato economicamente e professionalmente agli studi o esperienze lavorative effettuate.
Questo non è un diritto è solo una pretesa presuntuosa di chi, forse, sta già troppo bene e può permettersi di fare i capricci!
Via dai luoghi di lavoro chi fa il furbetto a discapito di colleghi volonterosi per tirare lo stipendio di fine mese!
Anche nel lavoro qualunque esso sia sono convinto che nessuno possa permettersi di "tirare a campare": il lavoro è fatica e attraverso la fatica soddisfazione per aver contribuito a soddisfare un bisogno di altri.
Da noi in Trentino esistono molteplici occasioni, strutture, sussidi che permettono a chi veramente ha voglia di impegnarsi di togliersi delle belle soddisfazioni nel lavoro (anche se sono convinto che sia estremamente necessario non fermarsi ai nostri angusti - lavorativamente parlando- confini geografici).
Chi veramente vuole prima o poi arriva, magari non proprio dove aveva in mente, ma arriva.
Insomma diritto al lavoro "certo" e sicuro, ma nel contempo anche doveri e responsabiltà di ognuno per e nel lavoro.
A venerdì.
venerdì 8 agosto 2008
Ciao Trentino!
Come avevo preannunciato ritorno a scrivere oggi dopo la pausa sull'"alpe".
Ecco sono tornato a casa e devo dire che mi fa sempre piacere ritornarci.
Mi chiedo però se tutti oggi sono in grado di poter dire "che bello posso tornare alla mia casa".
Insomma il problema "casa" credo che sia di estrema attualità.
Certo si tratta, al solito, di un problema complesso, di un problemone che meriterebbe lunga trattazione e quindi mi limito solo a qualche spunto di riflessione con l'impegno di riprendere "in tastiera" più avanti l'argomento.
Innanzitutto vorrei dire che non è possibile sostenere che tutti abbiano il diritto acquisito ad avere una casa di proprietà.
Mi spiego meglio: a tutti deve essere garantita la possibilità di accedere ad un'abitazione ma non necessariamente devono essere create le condizioni perchè questa sia in proprietà.
Ancora meglio: anche oggi come ieri (e basta chiederlo ai nostri genitori o nonni) tutti noi siamo chiamati a guardare prima di tutto alle risorse che abbiamo in tasca e in base a quelle prendere le nostre decisioni. Se poi esistono delle facilitazioni, ben vengano ma non dovrebbero essere mai tali da far perdere alla gente il principio appena enunciato.
Non credo che una giovane coppia o un single "debbano" necessariamente partire nel loro percorso di vita con la casa in proprietà.
Se ciò è possibile benissimo, ma però dovrebbe dipendere da loro e non da altri (meno che meno comunque dall' Ente pubblico...): nella situazione attuale è richiesto senso di responsabilità anche in queste scelte. Non si dimentichi che un mutuo "pesante" non ha riflessi solo economici ma soprattutto mina la serenità quotidiana di vita...
Senz'altro poi per l'accesso alla casa debbono essere scritte - e rispettate...- regole chiare che non creino disparità di trattamento. E forse oggi non è così, c'è il rischio che per come sono scritte le norme una famiglia numerosa abbia maggiore difficoltà di accedere alla casa rispetto ad un single.
E ancora penso agli anziani dove la casa diventa in assoluto l'espressione della sicurezza, della tranquillità d'animo pur magari in presenza di pensioni che altro non permettono se non di mangiare, vestirsi e curarsi.
Non va bene l'attuale sistema ICEF. Deve essere profondamente riformato negli indicatori soprattutto per chi con fatica ha messo da parte i risparmi di una vita o per chi assiste anziani o malati gravi con sussidi.
Sono necessarie misure economiche pubbliche che integrino momentaneamente le difficoltà di famiglie e anziani nel versamento dei canoni ( prestiti d'onore?).
E' necessario intervenire in maniera decisa sulla normativa che regola il cd "mondo ITEA": no discriminazioni sui più deboli ma meritocrazia sociale.
E infine non temo di dire che prima di tutto nella politica della casa si deve pensare in via preferenziale alla gente trentina.
A venerdì.
Come avevo preannunciato ritorno a scrivere oggi dopo la pausa sull'"alpe".
Ecco sono tornato a casa e devo dire che mi fa sempre piacere ritornarci.
Mi chiedo però se tutti oggi sono in grado di poter dire "che bello posso tornare alla mia casa".
Insomma il problema "casa" credo che sia di estrema attualità.
Certo si tratta, al solito, di un problema complesso, di un problemone che meriterebbe lunga trattazione e quindi mi limito solo a qualche spunto di riflessione con l'impegno di riprendere "in tastiera" più avanti l'argomento.
Innanzitutto vorrei dire che non è possibile sostenere che tutti abbiano il diritto acquisito ad avere una casa di proprietà.
Mi spiego meglio: a tutti deve essere garantita la possibilità di accedere ad un'abitazione ma non necessariamente devono essere create le condizioni perchè questa sia in proprietà.
Ancora meglio: anche oggi come ieri (e basta chiederlo ai nostri genitori o nonni) tutti noi siamo chiamati a guardare prima di tutto alle risorse che abbiamo in tasca e in base a quelle prendere le nostre decisioni. Se poi esistono delle facilitazioni, ben vengano ma non dovrebbero essere mai tali da far perdere alla gente il principio appena enunciato.
Non credo che una giovane coppia o un single "debbano" necessariamente partire nel loro percorso di vita con la casa in proprietà.
Se ciò è possibile benissimo, ma però dovrebbe dipendere da loro e non da altri (meno che meno comunque dall' Ente pubblico...): nella situazione attuale è richiesto senso di responsabilità anche in queste scelte. Non si dimentichi che un mutuo "pesante" non ha riflessi solo economici ma soprattutto mina la serenità quotidiana di vita...
Senz'altro poi per l'accesso alla casa debbono essere scritte - e rispettate...- regole chiare che non creino disparità di trattamento. E forse oggi non è così, c'è il rischio che per come sono scritte le norme una famiglia numerosa abbia maggiore difficoltà di accedere alla casa rispetto ad un single.
E ancora penso agli anziani dove la casa diventa in assoluto l'espressione della sicurezza, della tranquillità d'animo pur magari in presenza di pensioni che altro non permettono se non di mangiare, vestirsi e curarsi.
Non va bene l'attuale sistema ICEF. Deve essere profondamente riformato negli indicatori soprattutto per chi con fatica ha messo da parte i risparmi di una vita o per chi assiste anziani o malati gravi con sussidi.
Sono necessarie misure economiche pubbliche che integrino momentaneamente le difficoltà di famiglie e anziani nel versamento dei canoni ( prestiti d'onore?).
E' necessario intervenire in maniera decisa sulla normativa che regola il cd "mondo ITEA": no discriminazioni sui più deboli ma meritocrazia sociale.
E infine non temo di dire che prima di tutto nella politica della casa si deve pensare in via preferenziale alla gente trentina.
A venerdì.
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