venerdì 15 agosto 2008

Ciao Trentino!
Ferragosto, festa dell'Assunta e una breve pensiero che trae spunto dall'ennesimo infortunio sul lavoro accaduto ieri.
Penso di essere veramente fortunato ad esercitare una professione che mi piace e, in fondo, era proprio quello che volevo fare.
Penso che ognuno abbia il diritto (costituzionalmente garantito) a poter lavorare ed anche di raggiungere la propria aspettativa lavorativa.
Penso che ogni ambiente di lavoro debba garantire la sicurezza e la possibilità di aspirare a realizzare una giusta e sana ambizione personale che, credo, tutti noi nutriamo seppur a diversi livelli.
Penso che il precariato sia il più potente "insetticida" delle motivazioni lavorative/professionali di un giovane che si affaccia al mondo del lavoro.
Penso che debbano essere favorite tutte òe iniziative volte a favorire il "reingresso" nel mondo del lavoro di chi per età e sventure aziendali si sia trovato d'improvviso al palo.
Dico anche però che il mio lavoro me lo sono sudato, cercato con costanza e grandi sacrifici guadagnando per 10 anni molto meno di un apprendista.
Certo, si dirà, così hai scelto tu!
Vero, in parte (solo ora ne sono pienamente consapevole però).
Allora dico pure che tutti hanno il dovere di sudare e guadagnarsi il proprio spazio lavorativo.
Nessuno può pretendere, e purtroppo o sento dire spesso, che gli venga offerto subito un lavoro a tempo indeterminato e commisurato economicamente e professionalmente agli studi o esperienze lavorative effettuate.
Questo non è un diritto è solo una pretesa presuntuosa di chi, forse, sta già troppo bene e può permettersi di fare i capricci!
Via dai luoghi di lavoro chi fa il furbetto a discapito di colleghi volonterosi per tirare lo stipendio di fine mese!
Anche nel lavoro qualunque esso sia sono convinto che nessuno possa permettersi di "tirare a campare": il lavoro è fatica e attraverso la fatica soddisfazione per aver contribuito a soddisfare un bisogno di altri.
Da noi in Trentino esistono molteplici occasioni, strutture, sussidi che permettono a chi veramente ha voglia di impegnarsi di togliersi delle belle soddisfazioni nel lavoro (anche se sono convinto che sia estremamente necessario non fermarsi ai nostri angusti - lavorativamente parlando- confini geografici).
Chi veramente vuole prima o poi arriva, magari non proprio dove aveva in mente, ma arriva.
Insomma diritto al lavoro "certo" e sicuro, ma nel contempo anche doveri e responsabiltà di ognuno per e nel lavoro.
A venerdì.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il problema della sicurezza secondo me è questione di comportamento, non di leggi. Ci si accanisce contro i datori di lavoro quando loro ne hanno le scatole piene a far rispettare le prescrizioni dai loro dipendenti.
Negli Stati Uniti un lavoratore che non rispetta gli obblighi sulla sicurezza può essere licenziato. Soluzione?

Anonimo ha detto...

La mentalità "trentina" secondo me è troppo provinciale.
Si aspetta che il lavoro arrivi, anzi si brama il posto in provincia per stare tranquilli.
così l'iniziativa privata non va avanti.

Anonimo ha detto...

Anche io ho un percorso simile al tuo. Condivido il tuo punto di vista.
Mario