venerdì 4 luglio 2008

Ciao Trentino!
In questa settimana, per motivi professionali, mi sono dovuto occupare di un caso che ha avuto grande rilievo anche sui media.
Un caso che ha generato enorme sofferenza tra le persone più vicine a chi ne è stato coinvolto purtroppo tragicamente.
Di fronte alla sofferenza delle persone, magari di quelle che più si amano, non possono non sorgere mille interrogativi che, di solito, hanno un denominatore comune nella domanda "perchè?".
Oggi però mi sono trovato in imbarazzo sincero nel dover affrontare il dolore immenso degli altri lavorando e cioè volendo far capire, senza cadere in un disdicevole pietismo o banali frasi fatte, di condividere, di rispettare e di essere a disposizione per aiutare.
Allora penso che tutti noi siamo chiamati prima o poi ad avere contatto diretto o indiretto con chi soffre e ognuno di noi nel suo proprio ruolo sociale abbia la grande responsabilità, anche con il più piccolo dei gesti (un sorriso?, un abbraccio?), di essere testimone di speranza, di sollievo foss'anche per pochi secondi.
Niente di più appagante che dedicare del tempo a chi soffre, ritengo.
Spero che tutti abbiamo sempre il coraggio di indignarci e agire nei confronti di chi tratta la vita di chi soffre come un numero o un conto economico che non ammette deroghe...
Quanto amore per la vita nella sofferenza, quanta vera umanità!
Un film illuminante e bellissimo: "La vita è bella" di e con Roberto Benigni. Da vedere!
Un grande sorriso!
A venerdì.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Difficile commentare il tuo post. L'argomento è molto vasto e delicato. Vorrei solo riprendere la questione del trattarci come persone e non come numeri. Questo purtroppo non accade anche in contesti in cui non c'è, apparentemente, sofferenza. Parlo dei contesti lavorativi, delle aziende, dove, molte volte, le cosiddette "risorse umnae" sono considerate alla stregua di un consto non eliminabile. probabilmente la conseguenza di questo è la disumanizzazione del lavoro in nome del profitto e della produttività. ma alla fine cosa vale di più