venerdì 26 settembre 2008

Ciao Trentino!
Stasera su invito di Girapoli incontriamo Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG (Servizio missionario giovani) di Torino, testimone indefesso di una vita vocata ai giovani.
L'invito a Olivero (candidato Premio Nobel per la pace da Madre Teresa di Calcutta e Norberto Bobbio tra gli altri...) nasce dall'esigenza costante di "fare" e fare cultura soprattutto. Questo in contrapposizione alle chiacchiere o alle dichiarazioni d'intenti che tutti noi ogni giorno, ahimè, siamo costretti a subire.
Interrogandomi sul perchè proprio lui per i giovani vi affido alcuni pensieri:
perchè innanzitutto è, come disse Madre Teresa, un uomo buono e tutti noi oggi abbiamo bisogno di uomini buoni per essere a nostra volta uomini buoni costruttori di pace;
poi perchè, come dice Ernesto, la bontà è disarmante;
ancora perchè è un testimone e ciò significa che parla perchè ha "fatto", ma soprattutto per noi vuol dire che anche noi possiamo "fare"; Ernesto non è un super eroe è un uomo come noi che si è messo a disposizione degli altri sfidando se stesso e il proprio egoismo (e quindi perchè ognuno di noi non può fare altrettanto nei propri limiti e possibilità?).
Non conosco ancora personalmente Ernesto, ma vi posso scrivere cosa rappresenta per me, visto quello che ha fatto:
é insegnare facendo;
è cercare la verità per la libertà;
è, se volete, pietra di scandalo, monito forte;
è presenza di gioia;
è richiamo alla gratuità;
è seminare speranza.
Verità, libertà, speranza, gratuità, grandi valori di cui sono convinto i primi custodi siano i giovani.
Loro sanno esaltarli, loro sanno difenderli, anche eroicamente.
Ma è necessario dare loro fiducia cominciando a considerali come risorsa e non come eterno problema quasi irrisolvibile.
Dobbiamo consentire loro di essere protagonisti della costruzione della società del domani.
Certo non nascondiamo le difficoltà, la necessità anche di essere fermi e"duri", ma non pigliamoli almeno in giro dicendogli che i protagonisti devono essere loro ma che mentre "crescono " è meglio che il loro mondo lo preparino altri.
In fondo se non siamo in grado di dar loro fiducia significa che noi abbiamo fallito crescendo generazioni di eterni bambinoni non sapendo condividere con loro un mondo che ci porterà sempre a rendere grazie a Colui che la vita ci ha donato.
A venerdì.

1 commento:

Anonimo ha detto...

I giovani vanno educati, coltivati con buonie sempi, condotti per mano con la cura, la tenerezza e la gratuità di un genitore.
Ma questa società è orfana di buoni educatori. Essa , come il pifferaio di Hamelin,solletica i giovani promettendo tutto e subito senza alcun impegno e sacrificio. E' la società dei diritti individuali che si scontrano con quelli della persona, che è sopratutto relazione . l'Io cresce solamente nel riconoscimento del Tu.Un caloroso benveuto, dunque a Olivero.