venerdì 31 ottobre 2008

Ciao Trentino!
Settimana di passione per il mondo scuola. Arriva la riforma "Gelmini" e l'Italia - al solito - si spacca in due.
Troppo facile oggi banalizzare la questione "scuola" dicendo semplicemente che così non si può andare avanti.
Certo non è questone di grembiuli o maestri unici soltanto, ma sicuramente l'impostazione della scuola d'oggi conduce ad un "prodotto" finale (formazione dello studente e del cittadino) generalmente scadente. Lo posso dire perchè ho esperienza diretta dalla visuale del mondo del lavoro dove arriva il "prodotto" asseritamente finito e anche perchè i miei figli stanno frequentando il mondo scuola.
Le cause? Molteplici, spesso complesse e radicate indietro negli anni per cui oggi non sortiranno alcun effetto colpi di spugna o "falciate" a casaccio.
Però da qualche parte, magari anche sbagliando, è necessario cominciare se vogliamo ridare alla scuola dignità di risorsa e non ridurla costantemente a problema pressochè ingestibile.
La scuola oggi deve rendersi conto in tutte, e dico tutte, le sue componenti che sarà necessario stringere i denti perchè i tempi di crisi economica e valoriale attuali non le sono estranei, anzi.
Ritengo, come detto altre volte, che prima di ogni altra cosa sia imprescindibile che nel mondo scuola si recuperino con estrema serietà i ruoli e tali ruoli siano poi rispettati: maestri/professori che tornino ad essere per i loro alunni "magister" nel senso antico del termine con preparazione ed entusiasmo (togliamo dunque tutta quella burocrazia che costituisce per loro inutile aggravio senza effetto pratico. Meglio dedicare il tempo alla formazione dei ragazzi...), alunni/genitori che non tengano in ostaggio i loro maestri ma pensino a lavorare, lavorare e lavorare per costruire il loro solido futuro. Poi cominciamo a lavorare (interdisciplinarmente però) di risorse economiche, di tagli, di incrementi, di voti, ecc.
Il Trentino ha in materia competenza primaria: quale occasione migliore (visti anche i numeri locali) per dimostrare efficienza ed essere assunti a modello di una scuola che vuole ritrovarsi risorsa e non zavorra?
A venerdì.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La scuola non è più un luogo educativo, dove gli insegnanti con passione cercano di tirar fuori( e-ducere ) quello che c'è nell'allievo;un pò come faceva Michelangelo con il blocco di marmo. Abbiamo la scuola figlia del '68,orfana di ideali e di valori, ma dove vigono solo i diritti: diritto al posto di lavoro,con il minimo sforzo e diritto alla promozione con ugual moneta.Manca la passione dell'educazione, e quella non la si può dare a colpi di decreti,ma almeno che venga riconosciuto chi lavora con dedizione e con amore.