Ciao Trentino!
Il progetto di Girapoli è stato sonoramente bocciato soprattutto dal PATT.
Pazienza. Era un'alternativa credibile e concreta che forse meritava altra collocazione e che comunque la gente, per diversi motivi, per ora non ha ritenuto di poter cogliere.
Ora si va avanti con i progetti per dare voce a quelle persone che nonostante tutto hanno riposto la loro fiducia in noi e per quelle altre (speriamo!) che vorranno sostenere i valori su cui è fondata l'operatività di Girapoli.
Auguriamo a tutti coloro che stanno per impegnarsi nella nuova legislatura un'attività concreta e costruttiva con al centro sempre e comunque il valore (non negoziabile) della dignità di ogni vita umana in qualsiasi sua manifestazione come dono del Padre.
A presto.
venerdì 14 novembre 2008
venerdì 7 novembre 2008
Ciao Trentino!
Oggi scrivo solamente per ringraziarvi tutti.
Tutti quelli che hanno seguito Girapoli in questi mesi, tutti quelli che si sono impegnati in vista del primo obbiettivo del progetto (elezioni di domenica), tutti quelli che hanno inviato i loro commenti, tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere i miei pensieri, tutti quelli che ci aiuteranno da lunedì a continuare a dare voce a chi non ha voce, tutti quelli che già lo fanno nelle forme più diverse, insomma tutti quelli che.....!
Per il futuro penseremo anche come rendere il blog più partecipato (se mandate segnalazioni, commenti, spunti su info@girapoli.it poi le commenterò e/o ospiterò direttamente sul blog).
Un grazie speciale alla mia famiglia e al Padre.
Grazie proprio a tutti (anche ai "criticoni" ci mancherebbe....)!
A venerdì.
Oggi scrivo solamente per ringraziarvi tutti.
Tutti quelli che hanno seguito Girapoli in questi mesi, tutti quelli che si sono impegnati in vista del primo obbiettivo del progetto (elezioni di domenica), tutti quelli che hanno inviato i loro commenti, tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere i miei pensieri, tutti quelli che ci aiuteranno da lunedì a continuare a dare voce a chi non ha voce, tutti quelli che già lo fanno nelle forme più diverse, insomma tutti quelli che.....!
Per il futuro penseremo anche come rendere il blog più partecipato (se mandate segnalazioni, commenti, spunti su info@girapoli.it poi le commenterò e/o ospiterò direttamente sul blog).
Un grazie speciale alla mia famiglia e al Padre.
Grazie proprio a tutti (anche ai "criticoni" ci mancherebbe....)!
A venerdì.
venerdì 31 ottobre 2008
Ciao Trentino!
Settimana di passione per il mondo scuola. Arriva la riforma "Gelmini" e l'Italia - al solito - si spacca in due.
Troppo facile oggi banalizzare la questione "scuola" dicendo semplicemente che così non si può andare avanti.
Certo non è questone di grembiuli o maestri unici soltanto, ma sicuramente l'impostazione della scuola d'oggi conduce ad un "prodotto" finale (formazione dello studente e del cittadino) generalmente scadente. Lo posso dire perchè ho esperienza diretta dalla visuale del mondo del lavoro dove arriva il "prodotto" asseritamente finito e anche perchè i miei figli stanno frequentando il mondo scuola.
Le cause? Molteplici, spesso complesse e radicate indietro negli anni per cui oggi non sortiranno alcun effetto colpi di spugna o "falciate" a casaccio.
Però da qualche parte, magari anche sbagliando, è necessario cominciare se vogliamo ridare alla scuola dignità di risorsa e non ridurla costantemente a problema pressochè ingestibile.
La scuola oggi deve rendersi conto in tutte, e dico tutte, le sue componenti che sarà necessario stringere i denti perchè i tempi di crisi economica e valoriale attuali non le sono estranei, anzi.
Ritengo, come detto altre volte, che prima di ogni altra cosa sia imprescindibile che nel mondo scuola si recuperino con estrema serietà i ruoli e tali ruoli siano poi rispettati: maestri/professori che tornino ad essere per i loro alunni "magister" nel senso antico del termine con preparazione ed entusiasmo (togliamo dunque tutta quella burocrazia che costituisce per loro inutile aggravio senza effetto pratico. Meglio dedicare il tempo alla formazione dei ragazzi...), alunni/genitori che non tengano in ostaggio i loro maestri ma pensino a lavorare, lavorare e lavorare per costruire il loro solido futuro. Poi cominciamo a lavorare (interdisciplinarmente però) di risorse economiche, di tagli, di incrementi, di voti, ecc.
Il Trentino ha in materia competenza primaria: quale occasione migliore (visti anche i numeri locali) per dimostrare efficienza ed essere assunti a modello di una scuola che vuole ritrovarsi risorsa e non zavorra?
A venerdì.
Settimana di passione per il mondo scuola. Arriva la riforma "Gelmini" e l'Italia - al solito - si spacca in due.
Troppo facile oggi banalizzare la questione "scuola" dicendo semplicemente che così non si può andare avanti.
Certo non è questone di grembiuli o maestri unici soltanto, ma sicuramente l'impostazione della scuola d'oggi conduce ad un "prodotto" finale (formazione dello studente e del cittadino) generalmente scadente. Lo posso dire perchè ho esperienza diretta dalla visuale del mondo del lavoro dove arriva il "prodotto" asseritamente finito e anche perchè i miei figli stanno frequentando il mondo scuola.
Le cause? Molteplici, spesso complesse e radicate indietro negli anni per cui oggi non sortiranno alcun effetto colpi di spugna o "falciate" a casaccio.
Però da qualche parte, magari anche sbagliando, è necessario cominciare se vogliamo ridare alla scuola dignità di risorsa e non ridurla costantemente a problema pressochè ingestibile.
La scuola oggi deve rendersi conto in tutte, e dico tutte, le sue componenti che sarà necessario stringere i denti perchè i tempi di crisi economica e valoriale attuali non le sono estranei, anzi.
Ritengo, come detto altre volte, che prima di ogni altra cosa sia imprescindibile che nel mondo scuola si recuperino con estrema serietà i ruoli e tali ruoli siano poi rispettati: maestri/professori che tornino ad essere per i loro alunni "magister" nel senso antico del termine con preparazione ed entusiasmo (togliamo dunque tutta quella burocrazia che costituisce per loro inutile aggravio senza effetto pratico. Meglio dedicare il tempo alla formazione dei ragazzi...), alunni/genitori che non tengano in ostaggio i loro maestri ma pensino a lavorare, lavorare e lavorare per costruire il loro solido futuro. Poi cominciamo a lavorare (interdisciplinarmente però) di risorse economiche, di tagli, di incrementi, di voti, ecc.
Il Trentino ha in materia competenza primaria: quale occasione migliore (visti anche i numeri locali) per dimostrare efficienza ed essere assunti a modello di una scuola che vuole ritrovarsi risorsa e non zavorra?
A venerdì.
venerdì 24 ottobre 2008
Ciao Trentino!
Elezioni rinviate....uffa!
Uffa per i candidati che, vi assicuro, sono piuttosto provati e uffa, sicuramente, da parte dei trentini a loro volta stufi di continue sollecitazioni verbali e scritte.
Voglio soffermarmi però sul presunto motivo alla base del rinvio: un personalismo allo stato puro del presidente della Lega Savoi nei confonti del sen Tarolli.
Ecco, non è tanto la questione se sia giusto o meno il ricorso al rispetto delle regole (trattasi comunque e pacificamente di un errore di forma...) che mi preoccupa, ma proprio la motivazione sottesa.
Qualcuno per motivi personali (ha offeso il mio partito e chi lo tocca muore...) si arroga il diritto, trincerandosi dietro le norme e cercando giustificazione in esse, di privare il cittadino comune, del tutto estraneo a dinamiche di cui neppure vorrebbe sentire parlare, di poter esercitare un diritto costituzionalmente garantito.
Credo che la politica, per la sua natura di attività di amministrazione del bene pubblico svolta in nome e per conto dei cittadini, non debba mai lasciarsi condizionare dalle "arrabbiature" o dalle vendette più o meno personali. Così, al solito, ci rimettono anche tutti coloro i quali hanno a cuore che ognuno liberamente possa esprimere la propria volontà sulle persone a cui affidare un mandato politico e anche chi non ha necessità di "eliminare" l'avversario per sentirsi più forte.
Insomma ritengo che chiunque voglia "fare" politica debba essere animato principalmente dalla superiore responsabilità di rispettare sempre e comunque la libera determinazione della volontà del cittadino pur nella diversa e, a volte, aspra diversità di opinioni.
Certo qualcuno ha sbagliato ma per un piccolo cavillo si è tentato di penalizzare migliaia di trentini!
Allora ripeto: siate esigenti nel votare le persone; cerchiamo chi per quello che ha già "fatto", cioè per la sua testimonianza di vita, ci possa dare una garanzia che anche in politica sarà coerente testimone della sua vita trascorsa.
A venerdì.
Elezioni rinviate....uffa!
Uffa per i candidati che, vi assicuro, sono piuttosto provati e uffa, sicuramente, da parte dei trentini a loro volta stufi di continue sollecitazioni verbali e scritte.
Voglio soffermarmi però sul presunto motivo alla base del rinvio: un personalismo allo stato puro del presidente della Lega Savoi nei confonti del sen Tarolli.
Ecco, non è tanto la questione se sia giusto o meno il ricorso al rispetto delle regole (trattasi comunque e pacificamente di un errore di forma...) che mi preoccupa, ma proprio la motivazione sottesa.
Qualcuno per motivi personali (ha offeso il mio partito e chi lo tocca muore...) si arroga il diritto, trincerandosi dietro le norme e cercando giustificazione in esse, di privare il cittadino comune, del tutto estraneo a dinamiche di cui neppure vorrebbe sentire parlare, di poter esercitare un diritto costituzionalmente garantito.
Credo che la politica, per la sua natura di attività di amministrazione del bene pubblico svolta in nome e per conto dei cittadini, non debba mai lasciarsi condizionare dalle "arrabbiature" o dalle vendette più o meno personali. Così, al solito, ci rimettono anche tutti coloro i quali hanno a cuore che ognuno liberamente possa esprimere la propria volontà sulle persone a cui affidare un mandato politico e anche chi non ha necessità di "eliminare" l'avversario per sentirsi più forte.
Insomma ritengo che chiunque voglia "fare" politica debba essere animato principalmente dalla superiore responsabilità di rispettare sempre e comunque la libera determinazione della volontà del cittadino pur nella diversa e, a volte, aspra diversità di opinioni.
Certo qualcuno ha sbagliato ma per un piccolo cavillo si è tentato di penalizzare migliaia di trentini!
Allora ripeto: siate esigenti nel votare le persone; cerchiamo chi per quello che ha già "fatto", cioè per la sua testimonianza di vita, ci possa dare una garanzia che anche in politica sarà coerente testimone della sua vita trascorsa.
A venerdì.
venerdì 17 ottobre 2008
Ciao Trentino!
Devi dirvi che comincio ad essere arcistufo di vedere pubblicate sui giornali intercettazioni telefoniche che riguardano alcuni nostri politici e che, sinceramente, hanno per oggetto argomenti tutt'altro che rilevanti ai fini di giustizia!
Mi domando perchè, pur di vendere copie per qualcuno e incensarsi per altri, sia necessaria una simile spettacolarizzazione della giustizia.
Mi domando perchè ormai tutti noi non possiamo avere e ottenere un mimimo di libertà di movimento e di parola senza essere osservati o ascoltati? Attenzione perchè nessuno di noi può oggi tirarsi fuori da un sistema che pare voglia controllare tutti e tutto. Non vale l'obbiezione per cui il semplice cittadino che fa gli affari suoi non sarà mai oggetto di "attenzione"; non vale e lo sappiamo proprio da quanto è stato pubblicato ultimamente.
Intendiamoci bene: le intercettazioni sono fondamentali ai fini di indagine, ma non esiste in uno Stato di diritto che le stesse siano anche oggetto di pubblicazione nè durante nè dopo l'indagine.
A parte quanto appena detto sul fatto che a una simile situazione nessuno di noi può a priori considerarsi estraneo, io credo che dietro alle persone che finiscono siu giornali possano esserci famiglie o parenti che subiscono indirettamente una gogna pubblica immeritata e vergognosa (ricordo che anni fa discutendo con un avvocato che difendeva un funzionario pubblico finito a processo mi diceva che i suoi figlioli ancora in tenera età avevano dovuto cambiare scuola perchè quotidianamente apostrofati con l'appellativo di ladri...).
Nessuno vuole limitare il diritto di cronaca, per carità, ma lo stesso deve essere esercitato con estrema responsabilità e lo stesso vale per i lettori, i quali parrebbero morbosamente affezionati alla lettura dei fatti anche personalissimi degli altri invece che preoccuparsi di ricercare letture di contenuto.
Perdonatemi lo sfogo in libertà ma proprio sulla libertà di ognuno di noi oggi si stanno addensando nuvoloni di ogni natura.
Ne riparleremo di libertà (che già fin d'ora vi dico per me essere ricerca della Verità) e nel frattempo vi invito tutti a "filtrare" i messaggi dei mass media attraverso una capacità critica personale che vi auguro possa essere in continua formazione e che tenga sempre conto responsabilmente della nostra connaturata, ma sbagliata, inclinazione a tranciare giudizi solo sulla base di ciò che altri ci mettono nel piatto!
A venerdì.
Devi dirvi che comincio ad essere arcistufo di vedere pubblicate sui giornali intercettazioni telefoniche che riguardano alcuni nostri politici e che, sinceramente, hanno per oggetto argomenti tutt'altro che rilevanti ai fini di giustizia!
Mi domando perchè, pur di vendere copie per qualcuno e incensarsi per altri, sia necessaria una simile spettacolarizzazione della giustizia.
Mi domando perchè ormai tutti noi non possiamo avere e ottenere un mimimo di libertà di movimento e di parola senza essere osservati o ascoltati? Attenzione perchè nessuno di noi può oggi tirarsi fuori da un sistema che pare voglia controllare tutti e tutto. Non vale l'obbiezione per cui il semplice cittadino che fa gli affari suoi non sarà mai oggetto di "attenzione"; non vale e lo sappiamo proprio da quanto è stato pubblicato ultimamente.
Intendiamoci bene: le intercettazioni sono fondamentali ai fini di indagine, ma non esiste in uno Stato di diritto che le stesse siano anche oggetto di pubblicazione nè durante nè dopo l'indagine.
A parte quanto appena detto sul fatto che a una simile situazione nessuno di noi può a priori considerarsi estraneo, io credo che dietro alle persone che finiscono siu giornali possano esserci famiglie o parenti che subiscono indirettamente una gogna pubblica immeritata e vergognosa (ricordo che anni fa discutendo con un avvocato che difendeva un funzionario pubblico finito a processo mi diceva che i suoi figlioli ancora in tenera età avevano dovuto cambiare scuola perchè quotidianamente apostrofati con l'appellativo di ladri...).
Nessuno vuole limitare il diritto di cronaca, per carità, ma lo stesso deve essere esercitato con estrema responsabilità e lo stesso vale per i lettori, i quali parrebbero morbosamente affezionati alla lettura dei fatti anche personalissimi degli altri invece che preoccuparsi di ricercare letture di contenuto.
Perdonatemi lo sfogo in libertà ma proprio sulla libertà di ognuno di noi oggi si stanno addensando nuvoloni di ogni natura.
Ne riparleremo di libertà (che già fin d'ora vi dico per me essere ricerca della Verità) e nel frattempo vi invito tutti a "filtrare" i messaggi dei mass media attraverso una capacità critica personale che vi auguro possa essere in continua formazione e che tenga sempre conto responsabilmente della nostra connaturata, ma sbagliata, inclinazione a tranciare giudizi solo sulla base di ciò che altri ci mettono nel piatto!
A venerdì.
venerdì 10 ottobre 2008
Ciao Trentino!
Siamo in periodo di terremoti finanziari che hanno coinvolto colossi bancari fino a poco tempo fa insospettabili.
Come al solito sorge spontanea la domanda, da comune cittadino non avezzo a maneggiare il linguaggio e le dinamiche della finanza, di come sia stato ossibile tutto ciò e dove siano state le Autorità preposte alla vigilanza delle banche (ma la nostra Banca d'Italia, all'esterno così severa e intransigente, ha dormito?).
Come è possibile che al normale cittadino che chiede l'intervento di un Istituto bancario siano opposte una miriade di formalità fatte di parametri da rispettare e garanzie da prestare mentre poi sono le stesse banche con i soldi della gente a combinare guai spaventosi?
Parmalat e Cirio cosa hanno insegnato al sistema bancario? Proprio nulla?
Una volta la banca per la gente era sinonimo di sicurezza e competenza in cui il rapporto personale trovava grande valorizzazione.
Oggi si ha l'impressione di essere trattati come seplici numeri all'interno di un sistema pachidermico volto esclusivamente all'ottimizzazione dei guadagni di pochi.
Attenzione, al solito, non è possibile fare di tutta un erba un fascio e, quindi anche per esperienza personale, posso senz'altro dire che non tutto il sistema è degenerato; come è doveroso evidenziare la necessità che in ambito finanziario siano stabiliti paramentri certi per la valutazione del ricorso al credito (Basilea non è certo da buttare).
D'altro canto auspicherei un' interazione con questi paramentri della dimensione "personale" del cliente e soprattutto una ferrea preparazione di chi gestisce i risparmi della gente come un ferreo e inflessibile controllo da parte delle Autorità di vigilanza sui parametri che a loro volta le banche sono tenute a rispettare.
Speriamo che quanto è successo contribuisca almeno alla fine delle speculazioni finanziarie sostenute dai soldi della gente e fondate solo su carta di nessun valore!
Credo che la gente debba anche rendersi conto che per costruirsi una sicurezza economica sia estremamente rischioso farsi ingolosire dai "giochini" della finanza mentre in realtà c'è un unico sistema vecchio come il mondo: si deve lavorare e lavorare onestamente! E poi, però, pretendere e ottenere che il frutto di questo lavorare sia custodito e inattaccabile all'interno di strutture bancarie trasparenti, preparate e vicine alla gente. Insomma, se devo essere sincero, la vecchia anima del credito cooperativo.
A venerdì.
Siamo in periodo di terremoti finanziari che hanno coinvolto colossi bancari fino a poco tempo fa insospettabili.
Come al solito sorge spontanea la domanda, da comune cittadino non avezzo a maneggiare il linguaggio e le dinamiche della finanza, di come sia stato ossibile tutto ciò e dove siano state le Autorità preposte alla vigilanza delle banche (ma la nostra Banca d'Italia, all'esterno così severa e intransigente, ha dormito?).
Come è possibile che al normale cittadino che chiede l'intervento di un Istituto bancario siano opposte una miriade di formalità fatte di parametri da rispettare e garanzie da prestare mentre poi sono le stesse banche con i soldi della gente a combinare guai spaventosi?
Parmalat e Cirio cosa hanno insegnato al sistema bancario? Proprio nulla?
Una volta la banca per la gente era sinonimo di sicurezza e competenza in cui il rapporto personale trovava grande valorizzazione.
Oggi si ha l'impressione di essere trattati come seplici numeri all'interno di un sistema pachidermico volto esclusivamente all'ottimizzazione dei guadagni di pochi.
Attenzione, al solito, non è possibile fare di tutta un erba un fascio e, quindi anche per esperienza personale, posso senz'altro dire che non tutto il sistema è degenerato; come è doveroso evidenziare la necessità che in ambito finanziario siano stabiliti paramentri certi per la valutazione del ricorso al credito (Basilea non è certo da buttare).
D'altro canto auspicherei un' interazione con questi paramentri della dimensione "personale" del cliente e soprattutto una ferrea preparazione di chi gestisce i risparmi della gente come un ferreo e inflessibile controllo da parte delle Autorità di vigilanza sui parametri che a loro volta le banche sono tenute a rispettare.
Speriamo che quanto è successo contribuisca almeno alla fine delle speculazioni finanziarie sostenute dai soldi della gente e fondate solo su carta di nessun valore!
Credo che la gente debba anche rendersi conto che per costruirsi una sicurezza economica sia estremamente rischioso farsi ingolosire dai "giochini" della finanza mentre in realtà c'è un unico sistema vecchio come il mondo: si deve lavorare e lavorare onestamente! E poi, però, pretendere e ottenere che il frutto di questo lavorare sia custodito e inattaccabile all'interno di strutture bancarie trasparenti, preparate e vicine alla gente. Insomma, se devo essere sincero, la vecchia anima del credito cooperativo.
A venerdì.
venerdì 3 ottobre 2008
Ciao Trentino!
Oggi un breve pensiero su un argomento che, credo, sia fondamentale per chiunque guardi al futuro sotto ogni aspetto: l'innovazione o meglio "fare" innovazione.
Sembra un argomento arido, che interessa solo determinati settori (soprattutto l'impresa ovviamente), ma dal quale invece ognuno di noi deve sentirsi "pressato".
Infatti, fare innovazione significa, in estrema sintesi, creare condizioni socio- economiche che consentano alla nostra gente di competere con il mondo intero per ottenere migliori servizi, per creare ambienti di lavoro più umani, per formare mentalità aperte al dialogo e alla continua ricerca delle migliori prassi di settore, per dialogare con il mondo economico a condizioni di parità, per valorizzare le nostre filiere produttive, per "trattenere" inTrentino i nostri giovani offrendogli nella loro terra opportunità professionali e di vivibilità uniche al mondo, insomma fare innovazione significa aprirsi al mondo per valorizzare e radicare in assoluto la nostra identità trentina.
E allora è necessario che a tutti e ad ogni livello (dalla scuola alle professioni di ogni tipo) sia consentito "fare innovazione".
Consentiamo ai giovani di fare esperienze formative all'estero in centri dove vengono praticate le migliori prassi chiedendogli poi in concambio di trasferirle sul nostro territorio. Permettiamo a spese dell'Ente pubblico ai giovani lavoratori di formarsi professionalmente nei migliori centri mondiali (ad esempio permettiamo ai giovani medici o infermieri di frequentare per due anni, mantenendogli il posto di lavoro qui, i migliori centri specialistici vincolandoli, poi al loro ritorno, al trapasso di nozioni con ricaduta diretta sulla nostra gente per l'aumento della qualità dei servizi). Permettiamo anche alle piccole imprese di sviluppare al loro interno la ricerca delle migliori prassi senza assistenzialismo allo stato puro ( non si fa innovazione, ad es., finanziando tout court il rinnovo dei macchinari) ma diffondendo fin dall'età scolastica la cultura di voler continuamente migliorare scambiando utili esperienze.
Non credo prorio che si faccia innovazione finanziando profumatamente progettoni megagalattici ( vedi Microsoft o risonanza magnetica ad alta definizione) destinati sì a far conoscere nell'immediato il Trentino nel mondo, ma nel mediato a terminare miseramente con la fine dei fondi (Sodalia docet) con scarsissime ricadute sul territorio e sulla gente con in più l'aggravante di aver sottratto risorse economiche pesanti utilizzabili invece per migliorare i nostri servizi o la qualità della vita delle nostre famiglie!
Creiamo condizioni favorevoli per lo sviluppo delle industrie in Trentino (domandiamoci perchè chi può creare posti di lavoro e benessere in generale decide di spostarsi 80 km più a sud...) e favoriamo una filiera "corta" tra le stesse e le piccole aziende sparse su tutto il nostro territorio così che anche queste possano essere valorizzate al meglio e non si sentano minacciate sul mercato da chi possiede maggiori risorse.
Mi rendo conto che quanto ho scritto sono dei rapidissimi flash che sottendono problematiche complesse, però ritengo giusto cominciare comunque a parlarne e offrire a tutti uno spunto per chiedersi se e come oggi in Trentino debba favorirsi l'innovazione, fattore imprescindibile per una serena e crescita "sicura" della nostra società.
A venerdì.
Oggi un breve pensiero su un argomento che, credo, sia fondamentale per chiunque guardi al futuro sotto ogni aspetto: l'innovazione o meglio "fare" innovazione.
Sembra un argomento arido, che interessa solo determinati settori (soprattutto l'impresa ovviamente), ma dal quale invece ognuno di noi deve sentirsi "pressato".
Infatti, fare innovazione significa, in estrema sintesi, creare condizioni socio- economiche che consentano alla nostra gente di competere con il mondo intero per ottenere migliori servizi, per creare ambienti di lavoro più umani, per formare mentalità aperte al dialogo e alla continua ricerca delle migliori prassi di settore, per dialogare con il mondo economico a condizioni di parità, per valorizzare le nostre filiere produttive, per "trattenere" inTrentino i nostri giovani offrendogli nella loro terra opportunità professionali e di vivibilità uniche al mondo, insomma fare innovazione significa aprirsi al mondo per valorizzare e radicare in assoluto la nostra identità trentina.
E allora è necessario che a tutti e ad ogni livello (dalla scuola alle professioni di ogni tipo) sia consentito "fare innovazione".
Consentiamo ai giovani di fare esperienze formative all'estero in centri dove vengono praticate le migliori prassi chiedendogli poi in concambio di trasferirle sul nostro territorio. Permettiamo a spese dell'Ente pubblico ai giovani lavoratori di formarsi professionalmente nei migliori centri mondiali (ad esempio permettiamo ai giovani medici o infermieri di frequentare per due anni, mantenendogli il posto di lavoro qui, i migliori centri specialistici vincolandoli, poi al loro ritorno, al trapasso di nozioni con ricaduta diretta sulla nostra gente per l'aumento della qualità dei servizi). Permettiamo anche alle piccole imprese di sviluppare al loro interno la ricerca delle migliori prassi senza assistenzialismo allo stato puro ( non si fa innovazione, ad es., finanziando tout court il rinnovo dei macchinari) ma diffondendo fin dall'età scolastica la cultura di voler continuamente migliorare scambiando utili esperienze.
Non credo prorio che si faccia innovazione finanziando profumatamente progettoni megagalattici ( vedi Microsoft o risonanza magnetica ad alta definizione) destinati sì a far conoscere nell'immediato il Trentino nel mondo, ma nel mediato a terminare miseramente con la fine dei fondi (Sodalia docet) con scarsissime ricadute sul territorio e sulla gente con in più l'aggravante di aver sottratto risorse economiche pesanti utilizzabili invece per migliorare i nostri servizi o la qualità della vita delle nostre famiglie!
Creiamo condizioni favorevoli per lo sviluppo delle industrie in Trentino (domandiamoci perchè chi può creare posti di lavoro e benessere in generale decide di spostarsi 80 km più a sud...) e favoriamo una filiera "corta" tra le stesse e le piccole aziende sparse su tutto il nostro territorio così che anche queste possano essere valorizzate al meglio e non si sentano minacciate sul mercato da chi possiede maggiori risorse.
Mi rendo conto che quanto ho scritto sono dei rapidissimi flash che sottendono problematiche complesse, però ritengo giusto cominciare comunque a parlarne e offrire a tutti uno spunto per chiedersi se e come oggi in Trentino debba favorirsi l'innovazione, fattore imprescindibile per una serena e crescita "sicura" della nostra società.
A venerdì.
venerdì 26 settembre 2008
Ciao Trentino!
Stasera su invito di Girapoli incontriamo Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG (Servizio missionario giovani) di Torino, testimone indefesso di una vita vocata ai giovani.
L'invito a Olivero (candidato Premio Nobel per la pace da Madre Teresa di Calcutta e Norberto Bobbio tra gli altri...) nasce dall'esigenza costante di "fare" e fare cultura soprattutto. Questo in contrapposizione alle chiacchiere o alle dichiarazioni d'intenti che tutti noi ogni giorno, ahimè, siamo costretti a subire.
Interrogandomi sul perchè proprio lui per i giovani vi affido alcuni pensieri:
perchè innanzitutto è, come disse Madre Teresa, un uomo buono e tutti noi oggi abbiamo bisogno di uomini buoni per essere a nostra volta uomini buoni costruttori di pace;
poi perchè, come dice Ernesto, la bontà è disarmante;
ancora perchè è un testimone e ciò significa che parla perchè ha "fatto", ma soprattutto per noi vuol dire che anche noi possiamo "fare"; Ernesto non è un super eroe è un uomo come noi che si è messo a disposizione degli altri sfidando se stesso e il proprio egoismo (e quindi perchè ognuno di noi non può fare altrettanto nei propri limiti e possibilità?).
Non conosco ancora personalmente Ernesto, ma vi posso scrivere cosa rappresenta per me, visto quello che ha fatto:
é insegnare facendo;
è cercare la verità per la libertà;
è, se volete, pietra di scandalo, monito forte;
è presenza di gioia;
è richiamo alla gratuità;
è seminare speranza.
Verità, libertà, speranza, gratuità, grandi valori di cui sono convinto i primi custodi siano i giovani.
Loro sanno esaltarli, loro sanno difenderli, anche eroicamente.
Ma è necessario dare loro fiducia cominciando a considerali come risorsa e non come eterno problema quasi irrisolvibile.
Dobbiamo consentire loro di essere protagonisti della costruzione della società del domani.
Certo non nascondiamo le difficoltà, la necessità anche di essere fermi e"duri", ma non pigliamoli almeno in giro dicendogli che i protagonisti devono essere loro ma che mentre "crescono " è meglio che il loro mondo lo preparino altri.
In fondo se non siamo in grado di dar loro fiducia significa che noi abbiamo fallito crescendo generazioni di eterni bambinoni non sapendo condividere con loro un mondo che ci porterà sempre a rendere grazie a Colui che la vita ci ha donato.
A venerdì.
Stasera su invito di Girapoli incontriamo Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG (Servizio missionario giovani) di Torino, testimone indefesso di una vita vocata ai giovani.
L'invito a Olivero (candidato Premio Nobel per la pace da Madre Teresa di Calcutta e Norberto Bobbio tra gli altri...) nasce dall'esigenza costante di "fare" e fare cultura soprattutto. Questo in contrapposizione alle chiacchiere o alle dichiarazioni d'intenti che tutti noi ogni giorno, ahimè, siamo costretti a subire.
Interrogandomi sul perchè proprio lui per i giovani vi affido alcuni pensieri:
perchè innanzitutto è, come disse Madre Teresa, un uomo buono e tutti noi oggi abbiamo bisogno di uomini buoni per essere a nostra volta uomini buoni costruttori di pace;
poi perchè, come dice Ernesto, la bontà è disarmante;
ancora perchè è un testimone e ciò significa che parla perchè ha "fatto", ma soprattutto per noi vuol dire che anche noi possiamo "fare"; Ernesto non è un super eroe è un uomo come noi che si è messo a disposizione degli altri sfidando se stesso e il proprio egoismo (e quindi perchè ognuno di noi non può fare altrettanto nei propri limiti e possibilità?).
Non conosco ancora personalmente Ernesto, ma vi posso scrivere cosa rappresenta per me, visto quello che ha fatto:
é insegnare facendo;
è cercare la verità per la libertà;
è, se volete, pietra di scandalo, monito forte;
è presenza di gioia;
è richiamo alla gratuità;
è seminare speranza.
Verità, libertà, speranza, gratuità, grandi valori di cui sono convinto i primi custodi siano i giovani.
Loro sanno esaltarli, loro sanno difenderli, anche eroicamente.
Ma è necessario dare loro fiducia cominciando a considerali come risorsa e non come eterno problema quasi irrisolvibile.
Dobbiamo consentire loro di essere protagonisti della costruzione della società del domani.
Certo non nascondiamo le difficoltà, la necessità anche di essere fermi e"duri", ma non pigliamoli almeno in giro dicendogli che i protagonisti devono essere loro ma che mentre "crescono " è meglio che il loro mondo lo preparino altri.
In fondo se non siamo in grado di dar loro fiducia significa che noi abbiamo fallito crescendo generazioni di eterni bambinoni non sapendo condividere con loro un mondo che ci porterà sempre a rendere grazie a Colui che la vita ci ha donato.
A venerdì.
venerdì 19 settembre 2008
Ciao Trentino!
Oggi, e dico purtroppo, l'argomento è quasi obbligato: la nuova "trentinopoli".
Insomma l'argomento offrirebbe il fianco alle solite frasi fatte di condanna, di protesta, di chiacchiericcio di basso profilo e fine a se stesso.
Voi però sapete che chi vi sta scrivendo, per sua formazione, da queste tristissime vicende (da condannarsi certo!) cerca sempre di trarre degli spunti "costruttivi".
E allora vi affido alcune riflessioni.
La prima riguarda la necessità che ognuno di noi di fronte all'ingiustizia, di qualsiasi specie sia, mantenga ben viva la propria capacità di indignarsi: non lasciamoci travolgere dall'andazzo del "non cambierà mai niente....tanto sarà sempre così...presi questi avanti gli altri".
Non possiamo con il lassismo legittimare coportamenti destabilizzanti la stessa società!
Però all'indignazione facciamo seguire fatti concreti, proponiamo la cultura del lecito, della responsabilità attraverso incontri, iniziative; attraverso una rete che in primis coinvolga chi ha responsabilità educative (la famiglia in cima a tutti).
Agiamo non chiacchieriamo: io ci sono!
La seconda è un richiamo al senso di responsabilità e capacità critica di ognuno di noi.
Quello che è successo, e fermo restando sempre la necessità che i fatti contestati trovino conferma definitiva, credo non debba farci cadere nel facile errore di gettare tutto nel medesimo calderone.
Mi spiego: se qualcuno ha sbagliato ne risponderà, ma per qualcuno che ha sbagliato sarebbe un grave errore ritenere che, allora, anche tutti gli altri sono della stessa pasta.
Io credo che il sistema di gestione del bene comune o cosa pubblica che dir si voglia sia guidato per la sua gran parte da persone oneste che tentano quotidianamente di applicare la loro professionalità al servizio dei cittadini. Ciò vale per i politici e per gli operatori di settore.
Pacifico poi che purtroppo vi siano i "furbi" (come in ogni altro campo della nostra vita, peraltro) e costoro andranno sempre e costantemente rintracciati e cacciati.
Insomma per quello che è la mia limitata esperienza posso dire che un Giuda c'è sempre dappertutto anche negli ambienti apparentemente più sani e protetti, ma non per questo mi sento di revocare acriticamente la fiducia a chi ogni giorno dimostra dedizione e responsabilità nella ricerca del bene comune.
Con questo voglio anche dire che non bisogna allontanarsi dalla politica lasciandola in mano a chissà chi (perchè qualcuno quelle poltrone comunque le occuperà....), ma anzi con grande senso di responsabilità ognuno di noi ricerchi e voti persone degne della sua fiducia per quello che hanno fatto e dimostrato con la loro testimonianza di vita. Secondo me non può esistere garanzia migliore di questa!
A venerdì.
Oggi, e dico purtroppo, l'argomento è quasi obbligato: la nuova "trentinopoli".
Insomma l'argomento offrirebbe il fianco alle solite frasi fatte di condanna, di protesta, di chiacchiericcio di basso profilo e fine a se stesso.
Voi però sapete che chi vi sta scrivendo, per sua formazione, da queste tristissime vicende (da condannarsi certo!) cerca sempre di trarre degli spunti "costruttivi".
E allora vi affido alcune riflessioni.
La prima riguarda la necessità che ognuno di noi di fronte all'ingiustizia, di qualsiasi specie sia, mantenga ben viva la propria capacità di indignarsi: non lasciamoci travolgere dall'andazzo del "non cambierà mai niente....tanto sarà sempre così...presi questi avanti gli altri".
Non possiamo con il lassismo legittimare coportamenti destabilizzanti la stessa società!
Però all'indignazione facciamo seguire fatti concreti, proponiamo la cultura del lecito, della responsabilità attraverso incontri, iniziative; attraverso una rete che in primis coinvolga chi ha responsabilità educative (la famiglia in cima a tutti).
Agiamo non chiacchieriamo: io ci sono!
La seconda è un richiamo al senso di responsabilità e capacità critica di ognuno di noi.
Quello che è successo, e fermo restando sempre la necessità che i fatti contestati trovino conferma definitiva, credo non debba farci cadere nel facile errore di gettare tutto nel medesimo calderone.
Mi spiego: se qualcuno ha sbagliato ne risponderà, ma per qualcuno che ha sbagliato sarebbe un grave errore ritenere che, allora, anche tutti gli altri sono della stessa pasta.
Io credo che il sistema di gestione del bene comune o cosa pubblica che dir si voglia sia guidato per la sua gran parte da persone oneste che tentano quotidianamente di applicare la loro professionalità al servizio dei cittadini. Ciò vale per i politici e per gli operatori di settore.
Pacifico poi che purtroppo vi siano i "furbi" (come in ogni altro campo della nostra vita, peraltro) e costoro andranno sempre e costantemente rintracciati e cacciati.
Insomma per quello che è la mia limitata esperienza posso dire che un Giuda c'è sempre dappertutto anche negli ambienti apparentemente più sani e protetti, ma non per questo mi sento di revocare acriticamente la fiducia a chi ogni giorno dimostra dedizione e responsabilità nella ricerca del bene comune.
Con questo voglio anche dire che non bisogna allontanarsi dalla politica lasciandola in mano a chissà chi (perchè qualcuno quelle poltrone comunque le occuperà....), ma anzi con grande senso di responsabilità ognuno di noi ricerchi e voti persone degne della sua fiducia per quello che hanno fatto e dimostrato con la loro testimonianza di vita. Secondo me non può esistere garanzia migliore di questa!
A venerdì.
sabato 13 settembre 2008
Ciao Trentino!
Sono un po' in ritardo rispetto al solito appuntamento del venerdì ma ieri l'ansia di poter passare un paio d'ore tra i miei amati bschi deve avermi anebbiato la vista...
Recupero oggi chiedendo scusa e facendo qualcosa che fino ad oggi non avevo mai fatto ma che sento ora sia necessario fare e cioè ringraziare tutti voi che avete commentato fino a d ora i miei pensieri in libertà e anche, e so che sono la maggior parte, chi con costanza legge senza poi scrivere.
Certo sapete che il blog non è un forum che ci permette dialogo continuo, ma tutti i vostri suggerimenti e pensieri contribuiscono alla mia formazione e riflessione: grazie di cuore!
Grazie perchè molti si stanno impegnando per il nostro movimento.
Grazie perchè riscopro ogni giorno la grande umanità della gente trentina.
Grazie perchè come spesso ho detto i piccoli gesti (un sorriso, una parolina...) sono le molle motivazionali più potenti in assoluto.
Permettetemi però che il "grazie" più grande lo renda al Padre che ogni giorno mi dona la grazia di incontrare Persone, le loro gioie, il loro dolori, le loro speranze, le loro delusioni, insomma l'incontro splendido e affascinante con l'umanità più diversa!
Andrea Girardi senza voi tutti sarebbe senza vero significato: è il pensiero di poter fare qualcosa ogni giorno per rendere felice qualcun altro, amico o "nemico" (e chi è poi il nemico?) che sia, che rende unica e irripetibile ogni mia giornata.
Anche Girapoli nasce da una comune esigenza di tanti amici di, perdonatemi il termine forte ma ci vuole, esaltarsi nel servizio! Anche "politico"!
Se sarà così sappiate che la mia faccia sarà la vostra faccia, la mia bocca la vostra bocca, le mie braccia le vostre braccia!
Adesso basta se no rischio che mi mandiate al diavolo, ma ripeto oggi sentivo di dover scrivere così!
Infine un invito personalissimo: volgiamoci sui nostri bimbi per sorridergli e spiegargli che nonostante tutto, e ripeto nonostante tutto, il futuro è grande e, per l'amore del Padre, non saranno mai soli.
A venerdì.
Sono un po' in ritardo rispetto al solito appuntamento del venerdì ma ieri l'ansia di poter passare un paio d'ore tra i miei amati bschi deve avermi anebbiato la vista...
Recupero oggi chiedendo scusa e facendo qualcosa che fino ad oggi non avevo mai fatto ma che sento ora sia necessario fare e cioè ringraziare tutti voi che avete commentato fino a d ora i miei pensieri in libertà e anche, e so che sono la maggior parte, chi con costanza legge senza poi scrivere.
Certo sapete che il blog non è un forum che ci permette dialogo continuo, ma tutti i vostri suggerimenti e pensieri contribuiscono alla mia formazione e riflessione: grazie di cuore!
Grazie perchè molti si stanno impegnando per il nostro movimento.
Grazie perchè riscopro ogni giorno la grande umanità della gente trentina.
Grazie perchè come spesso ho detto i piccoli gesti (un sorriso, una parolina...) sono le molle motivazionali più potenti in assoluto.
Permettetemi però che il "grazie" più grande lo renda al Padre che ogni giorno mi dona la grazia di incontrare Persone, le loro gioie, il loro dolori, le loro speranze, le loro delusioni, insomma l'incontro splendido e affascinante con l'umanità più diversa!
Andrea Girardi senza voi tutti sarebbe senza vero significato: è il pensiero di poter fare qualcosa ogni giorno per rendere felice qualcun altro, amico o "nemico" (e chi è poi il nemico?) che sia, che rende unica e irripetibile ogni mia giornata.
Anche Girapoli nasce da una comune esigenza di tanti amici di, perdonatemi il termine forte ma ci vuole, esaltarsi nel servizio! Anche "politico"!
Se sarà così sappiate che la mia faccia sarà la vostra faccia, la mia bocca la vostra bocca, le mie braccia le vostre braccia!
Adesso basta se no rischio che mi mandiate al diavolo, ma ripeto oggi sentivo di dover scrivere così!
Infine un invito personalissimo: volgiamoci sui nostri bimbi per sorridergli e spiegargli che nonostante tutto, e ripeto nonostante tutto, il futuro è grande e, per l'amore del Padre, non saranno mai soli.
A venerdì.
venerdì 5 settembre 2008
Ciao Trentino!
Ho letto che la Provincia avrebbe previsto interventi a favore della famiglia per circa 10 milioni di euro.
Pare che in ambito politico di maggioranza tale risultato sia considerato di altissimo profilo.
Sinceramente lo considero un minuscolo contentino "quieta coscienza".
Il "grasso" bilancio provinciale avrebbe dovuto prevedere dieci volte tanto!
In cinque anni di legislatura molta "carta" è stata prodotta, ma politicamente la famiglia , o meglio la cultura della famiglia, non ha trovato valorosi difensori.
E certamente la famiglia non può essere solo ridotta ad un fattore economico , seppure fondamentale.
La famiglia come cellula della società, come prima palestra di vita in cui si imparano le regole del vivere civile, abbisogna di una costante attenzione nel mutare dei fenomeni socio-economici, abbisogna della "consulenza" di chi quotidianamente ne fa felice e, perchè no, triste esperienza.
E' fondamentale creare tra le famiglie una rete solida di scambio e sostegno mutuo perchè oggi la famiglia in se non fa notizia, non occupa le prime pagine dei giornali, non attribuisce notorietà, non è un fenomeno "produttivo".
Occuparsi di e della famiglia è un laborioso quotidiano operare per la costruzione di un concerto futuro per le generazioni che verranno. E' una gioiosa fatica con "retribuzione" a lungo termine.
Mi dà fastidio che la promozione e il sostegno della famiglia siano ripresi solo alle scadenze elettorali come sistema cattura voti.
Spero che le famiglie non si facciano prendere in giro e scelgano responsabilmente solo chi ha già "fatto" per la famiglia perchè la vive quotidianamente, unica garanzia questa per un fruttuoso operare in suo favore nelle future e aspre battaglie di chi ha scelto la famiglia come valore unico e non mercanteggiabile!
Più famiglia più vantaggi!
A venerdì
Posso dare fiducia a chi mi dice e promette di occuparsi di famiglia solo se mi rendessi conto che
Ho letto che la Provincia avrebbe previsto interventi a favore della famiglia per circa 10 milioni di euro.
Pare che in ambito politico di maggioranza tale risultato sia considerato di altissimo profilo.
Sinceramente lo considero un minuscolo contentino "quieta coscienza".
Il "grasso" bilancio provinciale avrebbe dovuto prevedere dieci volte tanto!
In cinque anni di legislatura molta "carta" è stata prodotta, ma politicamente la famiglia , o meglio la cultura della famiglia, non ha trovato valorosi difensori.
E certamente la famiglia non può essere solo ridotta ad un fattore economico , seppure fondamentale.
La famiglia come cellula della società, come prima palestra di vita in cui si imparano le regole del vivere civile, abbisogna di una costante attenzione nel mutare dei fenomeni socio-economici, abbisogna della "consulenza" di chi quotidianamente ne fa felice e, perchè no, triste esperienza.
E' fondamentale creare tra le famiglie una rete solida di scambio e sostegno mutuo perchè oggi la famiglia in se non fa notizia, non occupa le prime pagine dei giornali, non attribuisce notorietà, non è un fenomeno "produttivo".
Occuparsi di e della famiglia è un laborioso quotidiano operare per la costruzione di un concerto futuro per le generazioni che verranno. E' una gioiosa fatica con "retribuzione" a lungo termine.
Mi dà fastidio che la promozione e il sostegno della famiglia siano ripresi solo alle scadenze elettorali come sistema cattura voti.
Spero che le famiglie non si facciano prendere in giro e scelgano responsabilmente solo chi ha già "fatto" per la famiglia perchè la vive quotidianamente, unica garanzia questa per un fruttuoso operare in suo favore nelle future e aspre battaglie di chi ha scelto la famiglia come valore unico e non mercanteggiabile!
Più famiglia più vantaggi!
A venerdì
Posso dare fiducia a chi mi dice e promette di occuparsi di famiglia solo se mi rendessi conto che
venerdì 29 agosto 2008
Ciao Trentino!
I questi giorni ho avuto la fortuna di fermarmi più di una volta ad ascoltare chi ha qualche annetto più di me.
Non nascondo che stare ad ascoltare esperienze di vita passata di chi ha vissuto la nostra terra, spesso condite con massime d'esperienza che non lasciano spazio a replica, mi affascina e mi entusiasma.
E questo anche se, come credo sia capitato frequentemente a tutti, i racconti sono bene o male sempre gli stessi.
Credo fermamente che i nostri vecchi siano una risorsa da tutelare personalmente ed anche economicamente.
Chi ha compiuto gran parte del suo sentiero merita di non sentirsi trattare come zavorra o come problema perenne e per fare ciò basta anche poco (ascoltare, sorridere, aiutare nel piccolo quotidiano, visitare...).
Se oggi i più giovani possono guardare al futuro lo devono a loro ed è con senso di responsabilità che dobbiamo loro riconoscerlo.
Certo dobbiamo incrementare e migliorare i servizi già esistenti e crearne di nuovi ed efficienti (penso a favorire l'accesso alle strutture sanitarie con rapidità senza attese di settimane, penso alle assegnazioni delle abitazioni, ai cd "prestiti d'onore", all'abbattimento del costo energetico, etc) ma a monte ci deve essere un progetto di valorizzazione della persona.
Gli anziani non sono macchine da rottamare in appositi centri, sono Persone con qualità esponenziali utili alla società, ai giovani, a chi amministra e a chi, in generale, riconosce l'esperienza come elemento insostituibile per il progresso di ogni attività e della stessa società!
Personalmente sono convinto che i più giovani dovrebbero vedere negli anziani una sorta di anticipazione del loro futuro e dunque: chi di noi non vorrebbe trovarsi in futuro nella migliore condizione possibile?
Bene allora muoviamoci già oggi per loro affinchè il domani sia migliore anche per noi e si crei così una cultura del rispetto e della solidarietà verso persone che hanno comunque speso, nel bene e nel male, la loro esistenza per lasciarci un mondo un po' migliore di come lo hanno trovato.
A venerdì.
I questi giorni ho avuto la fortuna di fermarmi più di una volta ad ascoltare chi ha qualche annetto più di me.
Non nascondo che stare ad ascoltare esperienze di vita passata di chi ha vissuto la nostra terra, spesso condite con massime d'esperienza che non lasciano spazio a replica, mi affascina e mi entusiasma.
E questo anche se, come credo sia capitato frequentemente a tutti, i racconti sono bene o male sempre gli stessi.
Credo fermamente che i nostri vecchi siano una risorsa da tutelare personalmente ed anche economicamente.
Chi ha compiuto gran parte del suo sentiero merita di non sentirsi trattare come zavorra o come problema perenne e per fare ciò basta anche poco (ascoltare, sorridere, aiutare nel piccolo quotidiano, visitare...).
Se oggi i più giovani possono guardare al futuro lo devono a loro ed è con senso di responsabilità che dobbiamo loro riconoscerlo.
Certo dobbiamo incrementare e migliorare i servizi già esistenti e crearne di nuovi ed efficienti (penso a favorire l'accesso alle strutture sanitarie con rapidità senza attese di settimane, penso alle assegnazioni delle abitazioni, ai cd "prestiti d'onore", all'abbattimento del costo energetico, etc) ma a monte ci deve essere un progetto di valorizzazione della persona.
Gli anziani non sono macchine da rottamare in appositi centri, sono Persone con qualità esponenziali utili alla società, ai giovani, a chi amministra e a chi, in generale, riconosce l'esperienza come elemento insostituibile per il progresso di ogni attività e della stessa società!
Personalmente sono convinto che i più giovani dovrebbero vedere negli anziani una sorta di anticipazione del loro futuro e dunque: chi di noi non vorrebbe trovarsi in futuro nella migliore condizione possibile?
Bene allora muoviamoci già oggi per loro affinchè il domani sia migliore anche per noi e si crei così una cultura del rispetto e della solidarietà verso persone che hanno comunque speso, nel bene e nel male, la loro esistenza per lasciarci un mondo un po' migliore di come lo hanno trovato.
A venerdì.
venerdì 22 agosto 2008
Ciao Trentino!
Ormai siamo prossimi all'inizio della bagarre elettorale in vista delle elezioni amministrative del 26 ottobre.
Come movimento, Girapoli mi ha chiesto di correre e correre bene cioè secondo i nostri valori e principi.
Quindi vi chiedo come primo portavoce (ne sono onorato - e responsabilizzato - sperando che altri si vogliano impegnare direttamente a breve...) del movimento di sostenere come vorrete ma senz'altro con il voto il progetto.
Scegliete bene, scegliete persone che vi ispirano fiducia perchè possono dire di essere "libere" (non necessitano dei soldi e dei salamelecchi della politica) e che diano garanzia di "fare" perchè già prima hanno dimostrato di aver fatto.
Noi condividiamo tra i nostri obbiettivi quello della politica di servizio, lontana anni luce dall'obbiettivo di una remunerazione personale di qualsiasi tipo possa essere (economica, d'immagine, ecc.).
Credo nella politica dei doveri e della responsabilità: troppo facile "smarcarsi" come cittadini dalla parte amministrativa sull'adagio "è un problema di chi è stato eletto..."; ognuno di noi deve fare politica nel suo piccolo (casa, lavoro, tempo libero) responsabilizzandosi e attuando azioni e comportamenti socialmete costruttivi (penso al rispetto della cosa pubblica, al risparmio energetico, alla corretta gestione della contabilità familiare, alla missione educativa dei figli e dei più giovani, all'accoglienza e valorizzazione degli anziani, ecc.).
Non si può sempre e solo pretendere; solo avere diritti e mai doveri (la colpa se le cose non vanno come devono di solito è sempre di qualcun altro).
Per quanto riguarda il mio impegno se qualcuno mi dimostrerà di aver "fatto" o anche solo aver provato a fare, sarò sempre al suo fianco per costruire assieme e risolvere i problemi.
Non appoggerò mai invece il lamento costante e fine a se stesso!
Girapoli e il sottoscritto vogliono fare politica ( promuovere un modo di fare politica) perchè comunque qualcuno le sedie andrà ad occuparle a ottobre ed allora è meglio che siano occupate da chi sappiamo essere portatore di valori "sani" e, lo ribadirò alla noia, essere libero.
Se poi non ci saranno gli auspicati (da tutte le parti...) segnali di profondo rinnovamento,
pur essendoci progetti validi in tal senso, che nessuno poi si lamenti dei propri"governanti- rappresentanti" perchè "chi è causa del suo mal pianga se stesso"!
A venerdì.
Ormai siamo prossimi all'inizio della bagarre elettorale in vista delle elezioni amministrative del 26 ottobre.
Come movimento, Girapoli mi ha chiesto di correre e correre bene cioè secondo i nostri valori e principi.
Quindi vi chiedo come primo portavoce (ne sono onorato - e responsabilizzato - sperando che altri si vogliano impegnare direttamente a breve...) del movimento di sostenere come vorrete ma senz'altro con il voto il progetto.
Scegliete bene, scegliete persone che vi ispirano fiducia perchè possono dire di essere "libere" (non necessitano dei soldi e dei salamelecchi della politica) e che diano garanzia di "fare" perchè già prima hanno dimostrato di aver fatto.
Noi condividiamo tra i nostri obbiettivi quello della politica di servizio, lontana anni luce dall'obbiettivo di una remunerazione personale di qualsiasi tipo possa essere (economica, d'immagine, ecc.).
Credo nella politica dei doveri e della responsabilità: troppo facile "smarcarsi" come cittadini dalla parte amministrativa sull'adagio "è un problema di chi è stato eletto..."; ognuno di noi deve fare politica nel suo piccolo (casa, lavoro, tempo libero) responsabilizzandosi e attuando azioni e comportamenti socialmete costruttivi (penso al rispetto della cosa pubblica, al risparmio energetico, alla corretta gestione della contabilità familiare, alla missione educativa dei figli e dei più giovani, all'accoglienza e valorizzazione degli anziani, ecc.).
Non si può sempre e solo pretendere; solo avere diritti e mai doveri (la colpa se le cose non vanno come devono di solito è sempre di qualcun altro).
Per quanto riguarda il mio impegno se qualcuno mi dimostrerà di aver "fatto" o anche solo aver provato a fare, sarò sempre al suo fianco per costruire assieme e risolvere i problemi.
Non appoggerò mai invece il lamento costante e fine a se stesso!
Girapoli e il sottoscritto vogliono fare politica ( promuovere un modo di fare politica) perchè comunque qualcuno le sedie andrà ad occuparle a ottobre ed allora è meglio che siano occupate da chi sappiamo essere portatore di valori "sani" e, lo ribadirò alla noia, essere libero.
Se poi non ci saranno gli auspicati (da tutte le parti...) segnali di profondo rinnovamento,
pur essendoci progetti validi in tal senso, che nessuno poi si lamenti dei propri"governanti- rappresentanti" perchè "chi è causa del suo mal pianga se stesso"!
A venerdì.
venerdì 15 agosto 2008
Ciao Trentino!
Ferragosto, festa dell'Assunta e una breve pensiero che trae spunto dall'ennesimo infortunio sul lavoro accaduto ieri.
Penso di essere veramente fortunato ad esercitare una professione che mi piace e, in fondo, era proprio quello che volevo fare.
Penso che ognuno abbia il diritto (costituzionalmente garantito) a poter lavorare ed anche di raggiungere la propria aspettativa lavorativa.
Penso che ogni ambiente di lavoro debba garantire la sicurezza e la possibilità di aspirare a realizzare una giusta e sana ambizione personale che, credo, tutti noi nutriamo seppur a diversi livelli.
Penso che il precariato sia il più potente "insetticida" delle motivazioni lavorative/professionali di un giovane che si affaccia al mondo del lavoro.
Penso che debbano essere favorite tutte òe iniziative volte a favorire il "reingresso" nel mondo del lavoro di chi per età e sventure aziendali si sia trovato d'improvviso al palo.
Dico anche però che il mio lavoro me lo sono sudato, cercato con costanza e grandi sacrifici guadagnando per 10 anni molto meno di un apprendista.
Certo, si dirà, così hai scelto tu!
Vero, in parte (solo ora ne sono pienamente consapevole però).
Allora dico pure che tutti hanno il dovere di sudare e guadagnarsi il proprio spazio lavorativo.
Nessuno può pretendere, e purtroppo o sento dire spesso, che gli venga offerto subito un lavoro a tempo indeterminato e commisurato economicamente e professionalmente agli studi o esperienze lavorative effettuate.
Questo non è un diritto è solo una pretesa presuntuosa di chi, forse, sta già troppo bene e può permettersi di fare i capricci!
Via dai luoghi di lavoro chi fa il furbetto a discapito di colleghi volonterosi per tirare lo stipendio di fine mese!
Anche nel lavoro qualunque esso sia sono convinto che nessuno possa permettersi di "tirare a campare": il lavoro è fatica e attraverso la fatica soddisfazione per aver contribuito a soddisfare un bisogno di altri.
Da noi in Trentino esistono molteplici occasioni, strutture, sussidi che permettono a chi veramente ha voglia di impegnarsi di togliersi delle belle soddisfazioni nel lavoro (anche se sono convinto che sia estremamente necessario non fermarsi ai nostri angusti - lavorativamente parlando- confini geografici).
Chi veramente vuole prima o poi arriva, magari non proprio dove aveva in mente, ma arriva.
Insomma diritto al lavoro "certo" e sicuro, ma nel contempo anche doveri e responsabiltà di ognuno per e nel lavoro.
A venerdì.
Ferragosto, festa dell'Assunta e una breve pensiero che trae spunto dall'ennesimo infortunio sul lavoro accaduto ieri.
Penso di essere veramente fortunato ad esercitare una professione che mi piace e, in fondo, era proprio quello che volevo fare.
Penso che ognuno abbia il diritto (costituzionalmente garantito) a poter lavorare ed anche di raggiungere la propria aspettativa lavorativa.
Penso che ogni ambiente di lavoro debba garantire la sicurezza e la possibilità di aspirare a realizzare una giusta e sana ambizione personale che, credo, tutti noi nutriamo seppur a diversi livelli.
Penso che il precariato sia il più potente "insetticida" delle motivazioni lavorative/professionali di un giovane che si affaccia al mondo del lavoro.
Penso che debbano essere favorite tutte òe iniziative volte a favorire il "reingresso" nel mondo del lavoro di chi per età e sventure aziendali si sia trovato d'improvviso al palo.
Dico anche però che il mio lavoro me lo sono sudato, cercato con costanza e grandi sacrifici guadagnando per 10 anni molto meno di un apprendista.
Certo, si dirà, così hai scelto tu!
Vero, in parte (solo ora ne sono pienamente consapevole però).
Allora dico pure che tutti hanno il dovere di sudare e guadagnarsi il proprio spazio lavorativo.
Nessuno può pretendere, e purtroppo o sento dire spesso, che gli venga offerto subito un lavoro a tempo indeterminato e commisurato economicamente e professionalmente agli studi o esperienze lavorative effettuate.
Questo non è un diritto è solo una pretesa presuntuosa di chi, forse, sta già troppo bene e può permettersi di fare i capricci!
Via dai luoghi di lavoro chi fa il furbetto a discapito di colleghi volonterosi per tirare lo stipendio di fine mese!
Anche nel lavoro qualunque esso sia sono convinto che nessuno possa permettersi di "tirare a campare": il lavoro è fatica e attraverso la fatica soddisfazione per aver contribuito a soddisfare un bisogno di altri.
Da noi in Trentino esistono molteplici occasioni, strutture, sussidi che permettono a chi veramente ha voglia di impegnarsi di togliersi delle belle soddisfazioni nel lavoro (anche se sono convinto che sia estremamente necessario non fermarsi ai nostri angusti - lavorativamente parlando- confini geografici).
Chi veramente vuole prima o poi arriva, magari non proprio dove aveva in mente, ma arriva.
Insomma diritto al lavoro "certo" e sicuro, ma nel contempo anche doveri e responsabiltà di ognuno per e nel lavoro.
A venerdì.
venerdì 8 agosto 2008
Ciao Trentino!
Come avevo preannunciato ritorno a scrivere oggi dopo la pausa sull'"alpe".
Ecco sono tornato a casa e devo dire che mi fa sempre piacere ritornarci.
Mi chiedo però se tutti oggi sono in grado di poter dire "che bello posso tornare alla mia casa".
Insomma il problema "casa" credo che sia di estrema attualità.
Certo si tratta, al solito, di un problema complesso, di un problemone che meriterebbe lunga trattazione e quindi mi limito solo a qualche spunto di riflessione con l'impegno di riprendere "in tastiera" più avanti l'argomento.
Innanzitutto vorrei dire che non è possibile sostenere che tutti abbiano il diritto acquisito ad avere una casa di proprietà.
Mi spiego meglio: a tutti deve essere garantita la possibilità di accedere ad un'abitazione ma non necessariamente devono essere create le condizioni perchè questa sia in proprietà.
Ancora meglio: anche oggi come ieri (e basta chiederlo ai nostri genitori o nonni) tutti noi siamo chiamati a guardare prima di tutto alle risorse che abbiamo in tasca e in base a quelle prendere le nostre decisioni. Se poi esistono delle facilitazioni, ben vengano ma non dovrebbero essere mai tali da far perdere alla gente il principio appena enunciato.
Non credo che una giovane coppia o un single "debbano" necessariamente partire nel loro percorso di vita con la casa in proprietà.
Se ciò è possibile benissimo, ma però dovrebbe dipendere da loro e non da altri (meno che meno comunque dall' Ente pubblico...): nella situazione attuale è richiesto senso di responsabilità anche in queste scelte. Non si dimentichi che un mutuo "pesante" non ha riflessi solo economici ma soprattutto mina la serenità quotidiana di vita...
Senz'altro poi per l'accesso alla casa debbono essere scritte - e rispettate...- regole chiare che non creino disparità di trattamento. E forse oggi non è così, c'è il rischio che per come sono scritte le norme una famiglia numerosa abbia maggiore difficoltà di accedere alla casa rispetto ad un single.
E ancora penso agli anziani dove la casa diventa in assoluto l'espressione della sicurezza, della tranquillità d'animo pur magari in presenza di pensioni che altro non permettono se non di mangiare, vestirsi e curarsi.
Non va bene l'attuale sistema ICEF. Deve essere profondamente riformato negli indicatori soprattutto per chi con fatica ha messo da parte i risparmi di una vita o per chi assiste anziani o malati gravi con sussidi.
Sono necessarie misure economiche pubbliche che integrino momentaneamente le difficoltà di famiglie e anziani nel versamento dei canoni ( prestiti d'onore?).
E' necessario intervenire in maniera decisa sulla normativa che regola il cd "mondo ITEA": no discriminazioni sui più deboli ma meritocrazia sociale.
E infine non temo di dire che prima di tutto nella politica della casa si deve pensare in via preferenziale alla gente trentina.
A venerdì.
Come avevo preannunciato ritorno a scrivere oggi dopo la pausa sull'"alpe".
Ecco sono tornato a casa e devo dire che mi fa sempre piacere ritornarci.
Mi chiedo però se tutti oggi sono in grado di poter dire "che bello posso tornare alla mia casa".
Insomma il problema "casa" credo che sia di estrema attualità.
Certo si tratta, al solito, di un problema complesso, di un problemone che meriterebbe lunga trattazione e quindi mi limito solo a qualche spunto di riflessione con l'impegno di riprendere "in tastiera" più avanti l'argomento.
Innanzitutto vorrei dire che non è possibile sostenere che tutti abbiano il diritto acquisito ad avere una casa di proprietà.
Mi spiego meglio: a tutti deve essere garantita la possibilità di accedere ad un'abitazione ma non necessariamente devono essere create le condizioni perchè questa sia in proprietà.
Ancora meglio: anche oggi come ieri (e basta chiederlo ai nostri genitori o nonni) tutti noi siamo chiamati a guardare prima di tutto alle risorse che abbiamo in tasca e in base a quelle prendere le nostre decisioni. Se poi esistono delle facilitazioni, ben vengano ma non dovrebbero essere mai tali da far perdere alla gente il principio appena enunciato.
Non credo che una giovane coppia o un single "debbano" necessariamente partire nel loro percorso di vita con la casa in proprietà.
Se ciò è possibile benissimo, ma però dovrebbe dipendere da loro e non da altri (meno che meno comunque dall' Ente pubblico...): nella situazione attuale è richiesto senso di responsabilità anche in queste scelte. Non si dimentichi che un mutuo "pesante" non ha riflessi solo economici ma soprattutto mina la serenità quotidiana di vita...
Senz'altro poi per l'accesso alla casa debbono essere scritte - e rispettate...- regole chiare che non creino disparità di trattamento. E forse oggi non è così, c'è il rischio che per come sono scritte le norme una famiglia numerosa abbia maggiore difficoltà di accedere alla casa rispetto ad un single.
E ancora penso agli anziani dove la casa diventa in assoluto l'espressione della sicurezza, della tranquillità d'animo pur magari in presenza di pensioni che altro non permettono se non di mangiare, vestirsi e curarsi.
Non va bene l'attuale sistema ICEF. Deve essere profondamente riformato negli indicatori soprattutto per chi con fatica ha messo da parte i risparmi di una vita o per chi assiste anziani o malati gravi con sussidi.
Sono necessarie misure economiche pubbliche che integrino momentaneamente le difficoltà di famiglie e anziani nel versamento dei canoni ( prestiti d'onore?).
E' necessario intervenire in maniera decisa sulla normativa che regola il cd "mondo ITEA": no discriminazioni sui più deboli ma meritocrazia sociale.
E infine non temo di dire che prima di tutto nella politica della casa si deve pensare in via preferenziale alla gente trentina.
A venerdì.
venerdì 25 luglio 2008
Ciao Trentino!
Finalmente sto partendo con la famiglia per una settimana di ferie...in montagna!
Già la montagna, per me è stata ed è palestra di vita.
Io amo le nostre foreste, il pofumo del sottobosco, lo spettacolo degli animali e dei fiori, il sussurrare del vento, le albe, i tramonti. Grandi emozioni.
La montagna è simbolo di gratuità (lei si dona in tutto e per tutto, nessuno di noi l'ha "costruita").
La montagna è simbolo di grandezza nel senso di qualcosa che l'uomo non potrà mai domare, controllare fino in fondo è troppo forte, inarrivabile. Il paragona che c'è tra la montagna e l'uomo è simile al paragone tra la forza di un insetto e un elefante.
Per questo la montagna chiede rispetto, chiede di essere amata mentre la si "adopera" altrimenti mostra la sua forza che ai più può sembrare crudele e ingiusta ma in realtà e come un boomerang che rimbalza su chi male lo ha lanciato.
La gente di montagna, la vera gente di montagna, invero non può allontanarsi da essa perchè sarebbe come venisse d'improvviso a mancare l'ossigeno, è veramente un richiamo chespesso e più forte di qualsiasi altro affetto terreno (con le dovute proporzioni ovviamente....)
La montagna è libertà, la montagnma è sempre verità (a differenza dell'uomo ciò che offre e sempre "vero").
La montagna è sì grande ma la tempo stesso indifesa.
Sta ad ognuno di noi difenderla come patrimonio inestimabile della nostra terra da continui attacchi di chiunque vede la montagna come valore solo in quanto e se produce denaro.
Per me e spero per la maggior parte dei trentini così non è (come del resto non si può approvare una sua difesa "assolutizzata", della serie "è intoccabile sempre e comunque")!
Lasciatemi ancora le mie grandi emozioni e preoccupiamoci di diffondre una sana cultura della montagna improntata al rispetto di un ambiente che dona tutto ma al tempo stesso è in balia di chi a nulla importa fermarsi a sentire parlare il vento, a divertirsi con le cascatelle di un ruscello....insomma di trattare la montagna come dovrebbe trattarsi la propria madre.
A venerdì (se scendo dalla montagna...).
Finalmente sto partendo con la famiglia per una settimana di ferie...in montagna!
Già la montagna, per me è stata ed è palestra di vita.
Io amo le nostre foreste, il pofumo del sottobosco, lo spettacolo degli animali e dei fiori, il sussurrare del vento, le albe, i tramonti. Grandi emozioni.
La montagna è simbolo di gratuità (lei si dona in tutto e per tutto, nessuno di noi l'ha "costruita").
La montagna è simbolo di grandezza nel senso di qualcosa che l'uomo non potrà mai domare, controllare fino in fondo è troppo forte, inarrivabile. Il paragona che c'è tra la montagna e l'uomo è simile al paragone tra la forza di un insetto e un elefante.
Per questo la montagna chiede rispetto, chiede di essere amata mentre la si "adopera" altrimenti mostra la sua forza che ai più può sembrare crudele e ingiusta ma in realtà e come un boomerang che rimbalza su chi male lo ha lanciato.
La gente di montagna, la vera gente di montagna, invero non può allontanarsi da essa perchè sarebbe come venisse d'improvviso a mancare l'ossigeno, è veramente un richiamo chespesso e più forte di qualsiasi altro affetto terreno (con le dovute proporzioni ovviamente....)
La montagna è libertà, la montagnma è sempre verità (a differenza dell'uomo ciò che offre e sempre "vero").
La montagna è sì grande ma la tempo stesso indifesa.
Sta ad ognuno di noi difenderla come patrimonio inestimabile della nostra terra da continui attacchi di chiunque vede la montagna come valore solo in quanto e se produce denaro.
Per me e spero per la maggior parte dei trentini così non è (come del resto non si può approvare una sua difesa "assolutizzata", della serie "è intoccabile sempre e comunque")!
Lasciatemi ancora le mie grandi emozioni e preoccupiamoci di diffondre una sana cultura della montagna improntata al rispetto di un ambiente che dona tutto ma al tempo stesso è in balia di chi a nulla importa fermarsi a sentire parlare il vento, a divertirsi con le cascatelle di un ruscello....insomma di trattare la montagna come dovrebbe trattarsi la propria madre.
A venerdì (se scendo dalla montagna...).
venerdì 18 luglio 2008
Ciao Trentino!
Oggi voglio prendere posizione sul caso "Englaro".
Caso "Englaro" significa diritto alla vita, rispetto della persona umana, tutela della vita in ogni sua forma.
Si badi bene l'argomento è complesso e tocca situazioni limite e, quindi, lungi da me l'intenzione di banalizzare quanto in realtà di più delicato non c'è. Ma sento che non posso, seppur in breve e lacunosamente, non dire quello che penso.
Fatta questa doverosa premessa dico che la vita è un valore universale; non è di destra, non è di sinistra, non è cattolico o musulmano, è il dono più grande e soprattutto gratuito che ognuno di noi ha avuto la grazia di ricevere.
Ora proprio perchè la vita è il dono più grande di cui ognuno è chiamato ad esserne custode, nessuno può arrogarsi il diritto o farsi scudo con il diritto (ricordo che è pur sempre l'uomo con tutta la sua fragilità che "applica" il diritto...) per dichiarare che un altro essere vivente può essere ucciso.
Non può esistere il diritto a morire perchè contrario a quei principi della legge naturale comuni ad ogni persona qualsivoglia ne sia l'estrazione o il credo religioso.
L'uomo non può arrogarsi (e tantomeno costruirsi o legittimarsi) il diritto di stabilire quando (e magari come) un altro uomo deve morire, mai. Se qualcuno o qualche ordinamento lo permette o lo permetterà (magari per interpretazione "costituzionalmente" orientata, ma pur sempre di interpretazione dell'uomo si tratta...) comincerà a prendere piede la cultura aberrante che è l'uomo il signore del mondo e della vita.
La vita umana è e deve restare un tempio inviolato e inviolabile da tutti e per l'eternità!
Tutta la sofferenza di persone la cui vita a molti non sembra "vita" acquista invece grande significato di testimonianza e servizio per la vita di chi ci ruota attorno nobilitandola.
Nulla della sofferenza va perduto anche se atroce e atrocemente fa soffrire altri.
Tutte le nostre vite hanno un disegno e un significato profondo che non spetta ad un altro uomo interpretare e decidere.
Nemmeno la sofferenza, quale essa sia, può consentire di uccidere se non con operazione assassina.
Lavoriamo tutti per la cultura della vita e poniamoci a totale servizio di chi soffre: la nostra e la loro vita sarà così piena e utile nel suo significato più grande di cui avevo detto in principio.
A venerdì.
Oggi voglio prendere posizione sul caso "Englaro".
Caso "Englaro" significa diritto alla vita, rispetto della persona umana, tutela della vita in ogni sua forma.
Si badi bene l'argomento è complesso e tocca situazioni limite e, quindi, lungi da me l'intenzione di banalizzare quanto in realtà di più delicato non c'è. Ma sento che non posso, seppur in breve e lacunosamente, non dire quello che penso.
Fatta questa doverosa premessa dico che la vita è un valore universale; non è di destra, non è di sinistra, non è cattolico o musulmano, è il dono più grande e soprattutto gratuito che ognuno di noi ha avuto la grazia di ricevere.
Ora proprio perchè la vita è il dono più grande di cui ognuno è chiamato ad esserne custode, nessuno può arrogarsi il diritto o farsi scudo con il diritto (ricordo che è pur sempre l'uomo con tutta la sua fragilità che "applica" il diritto...) per dichiarare che un altro essere vivente può essere ucciso.
Non può esistere il diritto a morire perchè contrario a quei principi della legge naturale comuni ad ogni persona qualsivoglia ne sia l'estrazione o il credo religioso.
L'uomo non può arrogarsi (e tantomeno costruirsi o legittimarsi) il diritto di stabilire quando (e magari come) un altro uomo deve morire, mai. Se qualcuno o qualche ordinamento lo permette o lo permetterà (magari per interpretazione "costituzionalmente" orientata, ma pur sempre di interpretazione dell'uomo si tratta...) comincerà a prendere piede la cultura aberrante che è l'uomo il signore del mondo e della vita.
La vita umana è e deve restare un tempio inviolato e inviolabile da tutti e per l'eternità!
Tutta la sofferenza di persone la cui vita a molti non sembra "vita" acquista invece grande significato di testimonianza e servizio per la vita di chi ci ruota attorno nobilitandola.
Nulla della sofferenza va perduto anche se atroce e atrocemente fa soffrire altri.
Tutte le nostre vite hanno un disegno e un significato profondo che non spetta ad un altro uomo interpretare e decidere.
Nemmeno la sofferenza, quale essa sia, può consentire di uccidere se non con operazione assassina.
Lavoriamo tutti per la cultura della vita e poniamoci a totale servizio di chi soffre: la nostra e la loro vita sarà così piena e utile nel suo significato più grande di cui avevo detto in principio.
A venerdì.
venerdì 11 luglio 2008
Ciao Trentino!
Questa settimana desidero dare spazio ad un'iniziativa veramente speciale di cui ho avuto la fortuna di assistere al "battesimo".
Si tratta del progetto della cooperativa Greenpower "Evergreen45".
In poche parole gli amici Avi e Casagranda, assieme ad un manipolo di motivatissimi collaboratori, hanno messo a punto una filiera che sfruttando l'ingente patrimonio di biomasse presente in provincia consente in ultimo di produrre energia alternativa.
Un progetto che unisce e valorizza tre obbiettivi di estremo valore: l'obbiettivo ambientale, quello sociale e, infine, l'obbiettivo energetico.
Infatti il recupero e la trasformazione delle biomasse comporta inevitabilmente il presidio del territorio boschivo (e non) la cui costante cura consente la sua valorizzazione (si è parlato di ecoturismo...) e soprattutto un monitoraggio costante. Insomma il rispetto dell'ambiente che attraverso la sua cura permette maggiore sicurezza sociale.
Inoltre i lavoratori chiamati a realizzare il progetto in concreto saranno persone over 45 espulse dal circuito del lavoro "normale" e che, è risaputo, faticano enormemente a reimmettersi sul mercato del lavoro. Per loro l'occasione di un vero lavoro (non un lsavoro "finto" assistito dai soliti contributi...) per sentirsi ancora utili e parte della loro comunità.
Infine la produzione di energia "alternativa" trentina come proposta concreta d'argine ai costi sempre più improponibili dell'energia tradizionale.
Mi piace poi notare come le motivazioni fortissime che hanno mosso questi amici trovano radice (e lo dimostrano in ogni loro discorso) in un grande amore per la terra trentina, nel voler valorizzare la nostra identità e le nostre risorse con una veste formale, come quella cooperativa, che è ancora una volta espressione di una tradizione di solidarietà che da sempre contraddistingue il popolo trentino.
Valori miei che condivido appieno e che mi entusiasma veder realizzati in un progetto di grande futuro.
Per "Evergreen45" ci sarò sempre, come per tante altre iniziative trentine che magari non conosco ma già sono operative, per dare voce a chi non ha voce, per diffondere valori inviolabili che fanno parte del dna trentino.
Bravi!
A venerdì.
Questa settimana desidero dare spazio ad un'iniziativa veramente speciale di cui ho avuto la fortuna di assistere al "battesimo".
Si tratta del progetto della cooperativa Greenpower "Evergreen45".
In poche parole gli amici Avi e Casagranda, assieme ad un manipolo di motivatissimi collaboratori, hanno messo a punto una filiera che sfruttando l'ingente patrimonio di biomasse presente in provincia consente in ultimo di produrre energia alternativa.
Un progetto che unisce e valorizza tre obbiettivi di estremo valore: l'obbiettivo ambientale, quello sociale e, infine, l'obbiettivo energetico.
Infatti il recupero e la trasformazione delle biomasse comporta inevitabilmente il presidio del territorio boschivo (e non) la cui costante cura consente la sua valorizzazione (si è parlato di ecoturismo...) e soprattutto un monitoraggio costante. Insomma il rispetto dell'ambiente che attraverso la sua cura permette maggiore sicurezza sociale.
Inoltre i lavoratori chiamati a realizzare il progetto in concreto saranno persone over 45 espulse dal circuito del lavoro "normale" e che, è risaputo, faticano enormemente a reimmettersi sul mercato del lavoro. Per loro l'occasione di un vero lavoro (non un lsavoro "finto" assistito dai soliti contributi...) per sentirsi ancora utili e parte della loro comunità.
Infine la produzione di energia "alternativa" trentina come proposta concreta d'argine ai costi sempre più improponibili dell'energia tradizionale.
Mi piace poi notare come le motivazioni fortissime che hanno mosso questi amici trovano radice (e lo dimostrano in ogni loro discorso) in un grande amore per la terra trentina, nel voler valorizzare la nostra identità e le nostre risorse con una veste formale, come quella cooperativa, che è ancora una volta espressione di una tradizione di solidarietà che da sempre contraddistingue il popolo trentino.
Valori miei che condivido appieno e che mi entusiasma veder realizzati in un progetto di grande futuro.
Per "Evergreen45" ci sarò sempre, come per tante altre iniziative trentine che magari non conosco ma già sono operative, per dare voce a chi non ha voce, per diffondere valori inviolabili che fanno parte del dna trentino.
Bravi!
A venerdì.
venerdì 4 luglio 2008
Ciao Trentino!
In questa settimana, per motivi professionali, mi sono dovuto occupare di un caso che ha avuto grande rilievo anche sui media.
Un caso che ha generato enorme sofferenza tra le persone più vicine a chi ne è stato coinvolto purtroppo tragicamente.
Di fronte alla sofferenza delle persone, magari di quelle che più si amano, non possono non sorgere mille interrogativi che, di solito, hanno un denominatore comune nella domanda "perchè?".
Oggi però mi sono trovato in imbarazzo sincero nel dover affrontare il dolore immenso degli altri lavorando e cioè volendo far capire, senza cadere in un disdicevole pietismo o banali frasi fatte, di condividere, di rispettare e di essere a disposizione per aiutare.
Allora penso che tutti noi siamo chiamati prima o poi ad avere contatto diretto o indiretto con chi soffre e ognuno di noi nel suo proprio ruolo sociale abbia la grande responsabilità, anche con il più piccolo dei gesti (un sorriso?, un abbraccio?), di essere testimone di speranza, di sollievo foss'anche per pochi secondi.
Niente di più appagante che dedicare del tempo a chi soffre, ritengo.
Spero che tutti abbiamo sempre il coraggio di indignarci e agire nei confronti di chi tratta la vita di chi soffre come un numero o un conto economico che non ammette deroghe...
Quanto amore per la vita nella sofferenza, quanta vera umanità!
Un film illuminante e bellissimo: "La vita è bella" di e con Roberto Benigni. Da vedere!
Un grande sorriso!
A venerdì.
In questa settimana, per motivi professionali, mi sono dovuto occupare di un caso che ha avuto grande rilievo anche sui media.
Un caso che ha generato enorme sofferenza tra le persone più vicine a chi ne è stato coinvolto purtroppo tragicamente.
Di fronte alla sofferenza delle persone, magari di quelle che più si amano, non possono non sorgere mille interrogativi che, di solito, hanno un denominatore comune nella domanda "perchè?".
Oggi però mi sono trovato in imbarazzo sincero nel dover affrontare il dolore immenso degli altri lavorando e cioè volendo far capire, senza cadere in un disdicevole pietismo o banali frasi fatte, di condividere, di rispettare e di essere a disposizione per aiutare.
Allora penso che tutti noi siamo chiamati prima o poi ad avere contatto diretto o indiretto con chi soffre e ognuno di noi nel suo proprio ruolo sociale abbia la grande responsabilità, anche con il più piccolo dei gesti (un sorriso?, un abbraccio?), di essere testimone di speranza, di sollievo foss'anche per pochi secondi.
Niente di più appagante che dedicare del tempo a chi soffre, ritengo.
Spero che tutti abbiamo sempre il coraggio di indignarci e agire nei confronti di chi tratta la vita di chi soffre come un numero o un conto economico che non ammette deroghe...
Quanto amore per la vita nella sofferenza, quanta vera umanità!
Un film illuminante e bellissimo: "La vita è bella" di e con Roberto Benigni. Da vedere!
Un grande sorriso!
A venerdì.
venerdì 27 giugno 2008
Ciao Trentino!
Scrivo mentre sono in spiaggia (solo due giorni...ma meglio che niente!) attorniato da un nugolo di bimbi di ogni età e costantemente assaltato dai miei figli che, giustamente, rivendicano attenzione ma soprattutto comunicano in ogni parola , in ogni azione la grandissima gioia di stare assieme.
Ecco oggi vorrei condividere con tutti questa gioia ed in pparticolare con chi soffre e ancor più in particolare con i bimbi che soffrono.
io credo che ognuno di noi di fronte ad un bimbo che soffre, qualunque ne sia la causa, si senta dapprincipio disarmato, si chieda il perchè, si arrabbi, si intenerisca.
Ciò però non basta perchè ognuno di noi è chiamato, nel suo piccolo mondo (si chiami esso famiglia, lavoro, svago, ecc.), a donare energie e risorse (di ogni tipo...) a difesa degli indifesi.
Un bimbo (e il discorso potrebbe benissimo riferirsi anche ai nostri vecchi...) è testimonianza vivente dell'affidarsi totalmente all'altro -l'adulto- e, dunque guai a chi approfitta della loro assoluta fiducia: stiamo vigili, denunciamo, interveniamo, regaliamo tempo, sorrisi, carezze ai bambini.
Osservate i bambini: sono positivi sempre ( e se non lo sono posso garantirvi che non lo sono perchè stanno soffrendo..), sono entusiasti di vivere, curiosi di aprirsi ad ogni nuova esperienza, sono anche cattivelli e vendicativi per natura ma sempre pronti a ripartire poco dopo l'intervento dell'"autorità" a dare tutto quello che hanno.
Ho imparato e continuo a imparare moltissimo dai bambini ma mentre li vedo pieni di gioia non posso che chiedermi in continuazione cosa posso fare per quelli costretti alla sofferenza.
Spero un giorno di poter fare molto di più di adesso.
Per ora l'augurio a tutti di poter gustare quanto rida un mondo pieno di bimbi e il richiamo forte a tutti noi perchè ci adoperiamo affinchè ci siano solo bimbi che ridono (senza mai diventare "schiavetti" dei pergoli però...).
Torno a provare a fare anch'io il bimbo che ride!
A venerdì.
Scrivo mentre sono in spiaggia (solo due giorni...ma meglio che niente!) attorniato da un nugolo di bimbi di ogni età e costantemente assaltato dai miei figli che, giustamente, rivendicano attenzione ma soprattutto comunicano in ogni parola , in ogni azione la grandissima gioia di stare assieme.
Ecco oggi vorrei condividere con tutti questa gioia ed in pparticolare con chi soffre e ancor più in particolare con i bimbi che soffrono.
io credo che ognuno di noi di fronte ad un bimbo che soffre, qualunque ne sia la causa, si senta dapprincipio disarmato, si chieda il perchè, si arrabbi, si intenerisca.
Ciò però non basta perchè ognuno di noi è chiamato, nel suo piccolo mondo (si chiami esso famiglia, lavoro, svago, ecc.), a donare energie e risorse (di ogni tipo...) a difesa degli indifesi.
Un bimbo (e il discorso potrebbe benissimo riferirsi anche ai nostri vecchi...) è testimonianza vivente dell'affidarsi totalmente all'altro -l'adulto- e, dunque guai a chi approfitta della loro assoluta fiducia: stiamo vigili, denunciamo, interveniamo, regaliamo tempo, sorrisi, carezze ai bambini.
Osservate i bambini: sono positivi sempre ( e se non lo sono posso garantirvi che non lo sono perchè stanno soffrendo..), sono entusiasti di vivere, curiosi di aprirsi ad ogni nuova esperienza, sono anche cattivelli e vendicativi per natura ma sempre pronti a ripartire poco dopo l'intervento dell'"autorità" a dare tutto quello che hanno.
Ho imparato e continuo a imparare moltissimo dai bambini ma mentre li vedo pieni di gioia non posso che chiedermi in continuazione cosa posso fare per quelli costretti alla sofferenza.
Spero un giorno di poter fare molto di più di adesso.
Per ora l'augurio a tutti di poter gustare quanto rida un mondo pieno di bimbi e il richiamo forte a tutti noi perchè ci adoperiamo affinchè ci siano solo bimbi che ridono (senza mai diventare "schiavetti" dei pergoli però...).
Torno a provare a fare anch'io il bimbo che ride!
A venerdì.
venerdì 20 giugno 2008
Ciao Trentino!
Sono finite le scuole, tempo di pagelle, esami, vacanze....
Nei giorni scorsi sono stato a ritirare le pagelle dei miei figli e con l'occasione mi sono fermato a scambiare alcune impressioni con i docenti.
Infatti ritengo che la scuola oggi rappresenti uno spaccato quanto mai veritiero sullo stato di salute della nostra società.
Tra le molte cose che ci sarebbero da sottolineare una in particolare mi colpisce e sinceramente mi indigna: ritengo intollerabile e altamente diseducativo che la scuola sia in ostaggio degli studenti!
Non è concepibile che un docente debba suo malgrado rinunciare al suo ruolo di "educatore complementare" perchè se solo si azzarda a riprendere e, perchè no punire, lo studente che non rispetta le regole rischi di trovarsi in Procura della Repubblica denunciato o nella migliore delle ipotesi debba giustificarsi con il proprio superiore a seguito della vibrante (e ovviamente sacrosanta per loro...) protesta dei genitori!
Non voglio assolutamente banalizzare evetuali problematiche complesse, ma nella maggior parte dei casi, credetemi, le cose stanno così.
E allora dobbiamo restituire alla scuola la sua dignità perchè sostenere una struttura che facilita la crescita di caratteri alla fine deboli (tale sarà l'effetto del "tanto non puoi farmi niente perchè se no ti denuncio...... chi sei tu per rompermi...ecc") avrà quale unico effetto la crescita di persone egoiste, non autosufficienti, a cui tutto è dovuto e niente devono.
Piantiamola come genitori di giustificare sempre e comunque i nostri figli; piantiamola di pensare (e male!) che la scuola debba sostituire la famiglia nell' educazione dei figli (già ci passano troppo tempo...); piantiamola di reclamare sempre e solo diritti e ricordiamoci invece che abbiamo anche molti doveri e che questo concetto dobbiamo essere noi genitori ad insegnarlo ai nostri figli; sosteniamo, sempre vigili, i docenti; diamo loro il coraggio di riprendere in mano il timone perchè molto spesso anche un castigo, magari pure ingiusto, può essere occasione per noi di tanti spunti educativi per i nostri figli (i quali nella vita, lo ripeterò sempre alla noia, si troveranno di fronte a scogli di diversa natura e li supereranno solo se abbiamo loro insegnato che il rispetto delle regole e dell'altro sono sempre vincenti); facciamo molta attenzione anche noi stessi a non rimanere in ostaggio dei nostri "amatissimi" figlioli!
In sintesi: rispetto delle regole come motore di ricerca della verità e della libertà.
A venerdì.
Sono finite le scuole, tempo di pagelle, esami, vacanze....
Nei giorni scorsi sono stato a ritirare le pagelle dei miei figli e con l'occasione mi sono fermato a scambiare alcune impressioni con i docenti.
Infatti ritengo che la scuola oggi rappresenti uno spaccato quanto mai veritiero sullo stato di salute della nostra società.
Tra le molte cose che ci sarebbero da sottolineare una in particolare mi colpisce e sinceramente mi indigna: ritengo intollerabile e altamente diseducativo che la scuola sia in ostaggio degli studenti!
Non è concepibile che un docente debba suo malgrado rinunciare al suo ruolo di "educatore complementare" perchè se solo si azzarda a riprendere e, perchè no punire, lo studente che non rispetta le regole rischi di trovarsi in Procura della Repubblica denunciato o nella migliore delle ipotesi debba giustificarsi con il proprio superiore a seguito della vibrante (e ovviamente sacrosanta per loro...) protesta dei genitori!
Non voglio assolutamente banalizzare evetuali problematiche complesse, ma nella maggior parte dei casi, credetemi, le cose stanno così.
E allora dobbiamo restituire alla scuola la sua dignità perchè sostenere una struttura che facilita la crescita di caratteri alla fine deboli (tale sarà l'effetto del "tanto non puoi farmi niente perchè se no ti denuncio...... chi sei tu per rompermi...ecc") avrà quale unico effetto la crescita di persone egoiste, non autosufficienti, a cui tutto è dovuto e niente devono.
Piantiamola come genitori di giustificare sempre e comunque i nostri figli; piantiamola di pensare (e male!) che la scuola debba sostituire la famiglia nell' educazione dei figli (già ci passano troppo tempo...); piantiamola di reclamare sempre e solo diritti e ricordiamoci invece che abbiamo anche molti doveri e che questo concetto dobbiamo essere noi genitori ad insegnarlo ai nostri figli; sosteniamo, sempre vigili, i docenti; diamo loro il coraggio di riprendere in mano il timone perchè molto spesso anche un castigo, magari pure ingiusto, può essere occasione per noi di tanti spunti educativi per i nostri figli (i quali nella vita, lo ripeterò sempre alla noia, si troveranno di fronte a scogli di diversa natura e li supereranno solo se abbiamo loro insegnato che il rispetto delle regole e dell'altro sono sempre vincenti); facciamo molta attenzione anche noi stessi a non rimanere in ostaggio dei nostri "amatissimi" figlioli!
In sintesi: rispetto delle regole come motore di ricerca della verità e della libertà.
A venerdì.
venerdì 13 giugno 2008
Ciao Trentino!
Sono iniziati gli europei del calcio l'Italia è stata "suonata" tre volte dall'Olanda...al solito stiamo tutti diventando commissari tecnici infallibili!
Comunque, indipendentemente dalla chiacchiere in libertà credo sia vero che lo sport, e mi riferisco a tutte le discipline indistintamente, abbia innata la capacità di unire persone, nazioni, popoli. Insomma lo sport in generale aiuta sempre a "pensare" positivo.
Non male direi al giorno d'oggi!
E allora sfruttiamolo proponendolo alle famiglie, ai giovani e anche ai meno giovani, come occasione di concreta formazione del carattere.
Perchè il vero sport è fatto di regole, rispetto delle persone, condivisione di momenti belli come tristi e cioè di situazioni analoghe a quelle che ognuno di noi ha trovato o si ritroverà durante il cammino della vita.
Attenzione però: scegliamo bene. Scegliamo chi fa sport per educare e non per creare macchine da competizione disposte a tutto pur di arrivare al risultato!
Non siano gli adulti ad insegnare ai più piccoli cosa significa "fregare" l'altro pur di emergere, insultare, tifare contro e non per....
Il Trentino è ricco di occasioni positive trainate dai risultati di alcune compagini o singoli atleti (penso all'ITAS, al Mezzocorona, alla Bitumcalor, al Torrefranca, a Francesca Dallapè, a Chiara Costazza, a Gilberto Simoni e...l'elenco sarebbe molto lungo!) che ritengo possano essere fianalizzate, collegandole tra di loro, per promuovere vaolri ad ogni livello.
Credo che il Trentino meriti una concreta politica per lo sport (fatta non solo di presenzialismo e riconoscimento dei risultati eclatanti...) dove dalla più piccola realtà fino alla grande società venga premiata la costante ricerca dell'aspetto formativo del carattere in ogni sua singola manifestazione.
Lo sport come leva ineguagliabile per costruire un Trentino sano e competitivo.
Vero sport è vera persona!
A venerdì!
Sono iniziati gli europei del calcio l'Italia è stata "suonata" tre volte dall'Olanda...al solito stiamo tutti diventando commissari tecnici infallibili!
Comunque, indipendentemente dalla chiacchiere in libertà credo sia vero che lo sport, e mi riferisco a tutte le discipline indistintamente, abbia innata la capacità di unire persone, nazioni, popoli. Insomma lo sport in generale aiuta sempre a "pensare" positivo.
Non male direi al giorno d'oggi!
E allora sfruttiamolo proponendolo alle famiglie, ai giovani e anche ai meno giovani, come occasione di concreta formazione del carattere.
Perchè il vero sport è fatto di regole, rispetto delle persone, condivisione di momenti belli come tristi e cioè di situazioni analoghe a quelle che ognuno di noi ha trovato o si ritroverà durante il cammino della vita.
Attenzione però: scegliamo bene. Scegliamo chi fa sport per educare e non per creare macchine da competizione disposte a tutto pur di arrivare al risultato!
Non siano gli adulti ad insegnare ai più piccoli cosa significa "fregare" l'altro pur di emergere, insultare, tifare contro e non per....
Il Trentino è ricco di occasioni positive trainate dai risultati di alcune compagini o singoli atleti (penso all'ITAS, al Mezzocorona, alla Bitumcalor, al Torrefranca, a Francesca Dallapè, a Chiara Costazza, a Gilberto Simoni e...l'elenco sarebbe molto lungo!) che ritengo possano essere fianalizzate, collegandole tra di loro, per promuovere vaolri ad ogni livello.
Credo che il Trentino meriti una concreta politica per lo sport (fatta non solo di presenzialismo e riconoscimento dei risultati eclatanti...) dove dalla più piccola realtà fino alla grande società venga premiata la costante ricerca dell'aspetto formativo del carattere in ogni sua singola manifestazione.
Lo sport come leva ineguagliabile per costruire un Trentino sano e competitivo.
Vero sport è vera persona!
A venerdì!
venerdì 6 giugno 2008
Ciao Trentino!
Oggi volevo spendere due righe di commento per quanto è successo a Mesiano lo scorso week end alla festa degli universitari.
Sono convinto che oggi il mondo giovanile debba essere avvicinato e vissuto come una risorsa e non come fonte di problemi.
Insomma mi urta sentire discutere sempre di disagio giovanile e poco, molto poco, di giovani come risorsa per la società.
Bel concetto si dirà ma poi succedono fatti come Mesiano dove si azzera in un sol colpo il "giovane-risorsa".
Non credo proprio primo perchè è assai pericoloso fare di tutta un'erba un fascio (come al solito per pochi deficenti su migliaia di partecipanti si generalizza poi a tutti) e in secondo luogo perchè sono convinto che sono e saranno i giovani stessi a epurare il loro mondo dalle mele marce.
Certo è doveroso chiedersi se a monte i giovani abbiano trovato una famiglia che sia stata la prima palestra di educazione alla vita sociale, se i cd "adulti" hanno il coraggio di dar loro fiducia partendo dall' innegabile presupposto che il giovane non è il cittadino di domani, ma lo è già oggi ed ha enormi potenzialità, se si offrono loro occasioni di costruire, proporre, realizzare secondo modelli da loro generati e non imposti "perchè solo chi ha più esperienza sa di cosa abbisognano"...
Una risorsa deve essere sempre valorizzata e solo così, credo, si potrà pretendere dalla stessa un maggiore impegno personale e sociale.
Al giovane è giusto dare ma è comunque altrettanto giusto pretendere.
Piantiamola di "compatirli" e di dar loro sempre e comunque ragione "perchè poveretti sai...vivono in un mondo complesso..." e collaboriamo con loro per creare opportunità di svago, di lavoro, di studio che siano palestre di formazione del carattere così da far crescere querce e non giunchi!
Allora le occasioni "Mesiano" saranno sempre e comunque una grandissima festa per tutti.
A venerdì!
Andrea
Oggi volevo spendere due righe di commento per quanto è successo a Mesiano lo scorso week end alla festa degli universitari.
Sono convinto che oggi il mondo giovanile debba essere avvicinato e vissuto come una risorsa e non come fonte di problemi.
Insomma mi urta sentire discutere sempre di disagio giovanile e poco, molto poco, di giovani come risorsa per la società.
Bel concetto si dirà ma poi succedono fatti come Mesiano dove si azzera in un sol colpo il "giovane-risorsa".
Non credo proprio primo perchè è assai pericoloso fare di tutta un'erba un fascio (come al solito per pochi deficenti su migliaia di partecipanti si generalizza poi a tutti) e in secondo luogo perchè sono convinto che sono e saranno i giovani stessi a epurare il loro mondo dalle mele marce.
Certo è doveroso chiedersi se a monte i giovani abbiano trovato una famiglia che sia stata la prima palestra di educazione alla vita sociale, se i cd "adulti" hanno il coraggio di dar loro fiducia partendo dall' innegabile presupposto che il giovane non è il cittadino di domani, ma lo è già oggi ed ha enormi potenzialità, se si offrono loro occasioni di costruire, proporre, realizzare secondo modelli da loro generati e non imposti "perchè solo chi ha più esperienza sa di cosa abbisognano"...
Una risorsa deve essere sempre valorizzata e solo così, credo, si potrà pretendere dalla stessa un maggiore impegno personale e sociale.
Al giovane è giusto dare ma è comunque altrettanto giusto pretendere.
Piantiamola di "compatirli" e di dar loro sempre e comunque ragione "perchè poveretti sai...vivono in un mondo complesso..." e collaboriamo con loro per creare opportunità di svago, di lavoro, di studio che siano palestre di formazione del carattere così da far crescere querce e non giunchi!
Allora le occasioni "Mesiano" saranno sempre e comunque una grandissima festa per tutti.
A venerdì!
Andrea
venerdì 30 maggio 2008
Ciao Trentino!
Ieri è decollato il Festival dell'economia con il tema d'unione "mercato e democrazia".
Certamente è una grande occasione per esportare in Europa e nel mondo l'immagine di un Trentino efficiente e innovativo.
Mi chiedo però se si tratta solo di una grande vetrina oppure c'è una ricaduta sul territorio e sulla nostra gente.
Nel primo caso ovviamente permetterebbe soltanto a qualcuno di farsi "bello" nel secondo potrebbe rivelarsi un'occasione da sfruttare a fondo.
Io credo che si tratti di una grande occasione se poi la nostra politica si impegnerà con costanza a sollecitare e promuovere una vera cultura d'impresa sul territorio intesa come grande apertura alle piccole, medie e grandi imprese capaci di distribuire sul Trentino lavoro, innovazione e ricchezza.
E allora, però, che la Provincia non si sostituisca all'impresa!
Un esempio: la Provincia non deve mettersi a fare l'immobiliarista (vedi Trentino Sviluppo) devastando con prezzi fuori mercato la libera iniziativa che poi si trova "uccisa" da tali munifici interventi!!
Se il territorio richiede un servizio sia favorita l'azienda privata e non sia la Provincia ad intervenire con i propri tentacoli sempre e comunque.
Si preoccupi la Provincia di snellire le procedure, di accompagnare, come una sorta di grande consulente, i piccoli e grandi imprenditori evitando loro di soffocare in un mare di carte e procedure che una volta iniziate non si sa quando finiranno così togliendo energia e entusiasmo all'iniziativa privata.
Dico stop alla burocrazia e all'assistenzialismo fine a se stesso!
Impegnamoci a lavorare perchè le grandi occasioni di respiro mondiale come il Festival siano sì momento forte di ricarica per il "movimento" impresa ma anche punto di partenza per dimostrare che una vera democrazia per la nostra economia vuole l'Ente pubblico relegato a ruolo di partner e non di protagonista assoluto della scena economica!
A venerdì!
Ieri è decollato il Festival dell'economia con il tema d'unione "mercato e democrazia".
Certamente è una grande occasione per esportare in Europa e nel mondo l'immagine di un Trentino efficiente e innovativo.
Mi chiedo però se si tratta solo di una grande vetrina oppure c'è una ricaduta sul territorio e sulla nostra gente.
Nel primo caso ovviamente permetterebbe soltanto a qualcuno di farsi "bello" nel secondo potrebbe rivelarsi un'occasione da sfruttare a fondo.
Io credo che si tratti di una grande occasione se poi la nostra politica si impegnerà con costanza a sollecitare e promuovere una vera cultura d'impresa sul territorio intesa come grande apertura alle piccole, medie e grandi imprese capaci di distribuire sul Trentino lavoro, innovazione e ricchezza.
E allora, però, che la Provincia non si sostituisca all'impresa!
Un esempio: la Provincia non deve mettersi a fare l'immobiliarista (vedi Trentino Sviluppo) devastando con prezzi fuori mercato la libera iniziativa che poi si trova "uccisa" da tali munifici interventi!!
Se il territorio richiede un servizio sia favorita l'azienda privata e non sia la Provincia ad intervenire con i propri tentacoli sempre e comunque.
Si preoccupi la Provincia di snellire le procedure, di accompagnare, come una sorta di grande consulente, i piccoli e grandi imprenditori evitando loro di soffocare in un mare di carte e procedure che una volta iniziate non si sa quando finiranno così togliendo energia e entusiasmo all'iniziativa privata.
Dico stop alla burocrazia e all'assistenzialismo fine a se stesso!
Impegnamoci a lavorare perchè le grandi occasioni di respiro mondiale come il Festival siano sì momento forte di ricarica per il "movimento" impresa ma anche punto di partenza per dimostrare che una vera democrazia per la nostra economia vuole l'Ente pubblico relegato a ruolo di partner e non di protagonista assoluto della scena economica!
A venerdì!
venerdì 23 maggio 2008
E vai
Ciao Trentino!
Finalmente Girapoli ha mosso i suoi primi passi ufficiali presentandosi sabato scorso.
Spero sia l'inizio di un lungo cammino con molti amici con cui condividere entusiasmi, speranze, vittorie e, perchè no, anche delusioni o sconfitte nella convinzione che tutto sarà comunque fatto per lasciare il mondo un pò migliore di come lo abbiamo trovato (eh sì, vecchio Baden Powell, eh sì il mondo ti deve proprio tanto....).
Ci sarebbero tante cose da dire, tanti pensieri che vorrei lasciare liberi di raggiungervi ma invece spero di leggervi e leggervi in tanti.
Girapoli ha bisogno di tutti per crescere e diffondere il suo messaggio di servizio alla gente trentina così da far capire con i fatti che non c'è cosa che può renderci più felici che far felice un altro.
Insomma un grande movimento costruito su piccoli fatti quotidiani sconosciuti l'uno all'altro ma inscindibilmente legati dal servizio per gli altri.
Dobbiamo assieme riuscire a far capire alla gente che la politica è un mezzo formidabile di servizio se chi ha ricevuto la fiducia di molti si alimenta e si regge di questa fiducia interpretando il ruolo affidatogli come responsabilità di servizio (coscienza della fiducia in lui riposta e coscienza di essere chiamato a rispondere di tale fiducia).
Uno è un punto, tanti punti formano una figura!
Speranza e fiducia come potenti strumenti per far vincere la verità e la libertà.
Girapoli aspetta persone nuove, libere che amano la loro felicità perchè costruita sulla felicità del prossimo!
Primo fatto: la Fondazione. Segnalate i casi e Girapoli ci sarà!
Grazie per quello che farete.
A venerdì prossimo.
Andrea
venerdì 9 maggio 2008
Lettera aperta sulle motivazioni di un impegno
All’inizio di un cammino, così come della costruzione di un’opera è importante sapere dove si vuole andare e cosa si vuole costruire, ma soprattutto perché. Le ragioni delle cose, le motivazioni delle scelte sono per me la linfa che da poi vita alle cose che faccio e alle scelte che prendo. A monte di una scelta così importante sta quindi una domanda semplice ma molto chiara. Perché l’impegno per la politica? Non sono nato e cresciuto in una famiglia che “masticava” politica così come non sono cresciuto alla “scuola della politica”; ho invece imparato a conoscere, per quanto un libero cittadino sia in grado di farlo, il “fare” politica nelle sue più alte espressioni (il bene comune, la ricerca e la difesa della centralità della persona umana nel suo manifestarsi nella comunità) come nelle sue nefande degenerazioni.
Gli studi umanistici e la mia formazione cattolica hanno contribuito a sviluppare in me un forte senso critico sul significato del termine politica e sulla sua teorica corretta applicazione ed a maturare una profonda convinzione: la politica è servizio, servizio per la gente per ciascuno di noi.
Per questo oggi più che mai per me la politica è possibilità, strumento per realizzare, costruire, diffondere un mondo migliore, una società che non deve dimenticare i suoi valori (laici e di appartenenza) universalmente riconosciuti quali la famiglia, il rispetto della vita in ogni sua forma, la fratellanza, la libertà di pensiero, ecc.
Per questo la convinzione che ho maturato è che la politica sia dovere, nel senso profondo di responsabilità (chiamati a dare risposta a…) verso coloro che ripongono in una persona la loro fiducia; responsabilità che ogni giorno deve far sentire il suo piacevole peso per guidare nelle scelte chi ha ricevuto l’incarico e l’onore di “essere” rappresentante.
Resta sullo sfondo una domanda: …”molto bene tutto ciò, ma la politica non ha forse le sue regole, i suoi compromessi, i suoi “giochi” appannaggio di pochi navigati “professionisti” del settore?”
Sì e no. Stento a credere che noi oggi non abbiamo la capacità di esprimere persone in politica, soprattutto locale, che meritino fiducia proprio perché “forti” per l’avvenuta formazione di un carattere libero e improntato al servizio dell’altro.
Stento a credere che scegliamo una persona solo per interesse più o meno personale o perché “suggerita” da mediocri interessi di cassetta.
Se così fosse, dispiacerebbe constatare che saremmo tutti uniformati verso il basso, appiattiti e ingessati in un acritico “effetto massa”.
Ecco allora la convinzione che, salvaguardando l’impegno costruttivo di tante persone che sino ad oggi si sono prodigati per la gestione del bene/i della comunità, noi sappiamo riconoscere e scegliere chi, a sua volta, abbia deciso di spendersi coerentemente per lasciare il mondo un poco migliore di quanto lo abbia trovato.
A questo punto mi nasce un’obiezione scontata: tante parole (forse anche belle…), ma la storia insegna che alla fin fine le logiche della politica travolgono queste persone e queste idee.
Con forza rispondo “No!” Questa è una affermazione connotata da un alto grado di suggestività. Per spiegarmi vorrei usare un’immagine: se nella notte buia si accende un solo lumicino ancorché piccolo piccolo non è forse vero che è grande la sua forza di speranza? Possiamo accorgerci che la notte è buia e fonda proprio e solo in virtù di quel lumicino acceso e per la speranza che porta in sé sono convinto che tutti noi cerchiamo e vogliamo quel lumicino. Ebbene l’importante è che nessuno mai riesca a spegnere quel lumicino.
Tutti noi siamo al mondo per aspirare alle cose più grandi e io reputo la vostra fiducia la spinta in assoluto più forte per realizzare la felicità di ciascuno.
La politica? Uno strumento formidabile in questo senso.
L’uomo nuovo in politica? Una formidabile garanzia di rispetto della fiducia della sua gente!
Gli studi umanistici e la mia formazione cattolica hanno contribuito a sviluppare in me un forte senso critico sul significato del termine politica e sulla sua teorica corretta applicazione ed a maturare una profonda convinzione: la politica è servizio, servizio per la gente per ciascuno di noi.
Per questo oggi più che mai per me la politica è possibilità, strumento per realizzare, costruire, diffondere un mondo migliore, una società che non deve dimenticare i suoi valori (laici e di appartenenza) universalmente riconosciuti quali la famiglia, il rispetto della vita in ogni sua forma, la fratellanza, la libertà di pensiero, ecc.
Per questo la convinzione che ho maturato è che la politica sia dovere, nel senso profondo di responsabilità (chiamati a dare risposta a…) verso coloro che ripongono in una persona la loro fiducia; responsabilità che ogni giorno deve far sentire il suo piacevole peso per guidare nelle scelte chi ha ricevuto l’incarico e l’onore di “essere” rappresentante.
Resta sullo sfondo una domanda: …”molto bene tutto ciò, ma la politica non ha forse le sue regole, i suoi compromessi, i suoi “giochi” appannaggio di pochi navigati “professionisti” del settore?”
Sì e no. Stento a credere che noi oggi non abbiamo la capacità di esprimere persone in politica, soprattutto locale, che meritino fiducia proprio perché “forti” per l’avvenuta formazione di un carattere libero e improntato al servizio dell’altro.
Stento a credere che scegliamo una persona solo per interesse più o meno personale o perché “suggerita” da mediocri interessi di cassetta.
Se così fosse, dispiacerebbe constatare che saremmo tutti uniformati verso il basso, appiattiti e ingessati in un acritico “effetto massa”.
Al contrario sono convinto che l’uomo, per sua natura, debba sempre avere il coraggio di mirare verso l’alto (bella è la valle, ma come è splendida e ricca di fascino la cima!).
Ecco allora la convinzione che, salvaguardando l’impegno costruttivo di tante persone che sino ad oggi si sono prodigati per la gestione del bene/i della comunità, noi sappiamo riconoscere e scegliere chi, a sua volta, abbia deciso di spendersi coerentemente per lasciare il mondo un poco migliore di quanto lo abbia trovato.
A questo punto mi nasce un’obiezione scontata: tante parole (forse anche belle…), ma la storia insegna che alla fin fine le logiche della politica travolgono queste persone e queste idee.
Con forza rispondo “No!” Questa è una affermazione connotata da un alto grado di suggestività. Per spiegarmi vorrei usare un’immagine: se nella notte buia si accende un solo lumicino ancorché piccolo piccolo non è forse vero che è grande la sua forza di speranza? Possiamo accorgerci che la notte è buia e fonda proprio e solo in virtù di quel lumicino acceso e per la speranza che porta in sé sono convinto che tutti noi cerchiamo e vogliamo quel lumicino. Ebbene l’importante è che nessuno mai riesca a spegnere quel lumicino.
Tutti noi siamo al mondo per aspirare alle cose più grandi e io reputo la vostra fiducia la spinta in assoluto più forte per realizzare la felicità di ciascuno.
La politica? Uno strumento formidabile in questo senso.
L’uomo nuovo in politica? Una formidabile garanzia di rispetto della fiducia della sua gente!
Perché in politica: una scelta in pillole.
- Sono libero e autonomo: non necessito della politica per vivere o “sentirmi qualcuno”.
- Mi piace costruire e non distruggere.
- Sono e sarò sempre Rover scout il cui motto è “Servire!”.
- Sono cattolico e da cattolico ogni uomo è mio fratello e per mio fratello devo sempre ottenere il massimo.
- Posso restituire con il moltiplicatore quanto ho ricevuto dalla mia terra.
Principi fondanti (punti maestri di una scelta).
- meritare fiducia – trasparenza d’azione;
- lealtà – coerenza d’azione;
- la persona (in particolare il bambino) sempre al centro dell’azione;
- essere strumento d’azione per chi vuole darmi fiducia;
- dialogo con e per tutti – lavoro per una terra;
- sorriso e non litania del lamento – per la felicità degli altri;
- precedenza e attenzione al più debole;
- il coraggio della verità – della libertà;
- orgoglio di appartenenza (alla gente trentina).
- Vedere opportunità e non problemi
Autonomista perché (collocazione di una scelta):
- ho avuto la fortuna di crescere e realizzare le mie aspirazioni in un territorio e fra gente unici;
- i valori della gente trentina, dei nostri padri trentini, costruiti e difesi con sacrificio, operosità e solidarietà meritano di essere perpetuati perché valori universali e fondanti di una società veramente umana;
- l’autonomia trentina è presa a modello istituzionale per l’equilibrio tra le sue componenti, l’attenzione al particolare, la capacità di vicinanza e servizio che l’ente pubblico deve offrire a ciascuno dei suoi cittadini, l’efficienza della sua gestione e la qualità di vita che riesce a garantire;
- le comunità periferiche ricche di storia, usi, costumi meritano attenzione e prospettiva futura;
- la presenza e la cura delle minoranze è un esempio istituzionale e giuridico dell’importanza di valorizzare ciascuno per la storia e le ricchezze di cui è portatore;
- il territorio trentino in tutte le sue molteplici espressioni (naturali, sociali, agricole, turistiche, economiche, ecc) è un patrimonio inestimabile che deve essere difeso con forza ed è del tutto estraneo a logiche globalizzanti;
- la consapevolezza di far parte integrante del “patrimonio” trentino è spinta forte ad una visione transfrontaliera ed europea della realizzazione della persona umana;
- devo essere libero sempre di scegliere chi potrà contribuire concretamente sotto qualsiasi forma ad una difesa e crescita consapevole dello spirito autonomista;
- voglio garantire un florido futuro ai nostri figli e ai figli dei nostri figli in un ambito attento alla persona e alle sue vere necessità;
- rifuggo gli estremismi e in genere tutti gli “ismi” che storicamente hanno portato divisione e regresso sia umano che economico.
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